Napoli e provincia a settembre rischiano una nuova emergenza rifiuti, ecco il motivo

Correva l’anno 2008 quando l’emergenza rifiuti a Napoli, Caserta e rispettive province, raggiunse il suo apice. Cumuli di immondizia inondarono tutti i comuni, lasciando esposti i cittadini non solo ad un indecoroso degrado urbano, ma, soprattutto, al rischio di infezioni e continui roghi tossici.

La polvere sotto al tappeto, che per anni le amministrazioni avvicendatesi avevano riposto, venne a galla con tutta la sua forza. E il suo fetore. Le discariche abusive vennero chiuse, le ecoballe furono portate a Giugliano dove fino a qualche anno fa ancora giacevano. Grondando percolato.

Poi l’avvio del termovalorizzatore di Acerra (chiamato così, ma di fatto è un inceneritore) voluto fortemente dal Governo Berlusconi e dall’allora capo della protezione civile, l’apertura delle discariche di Chiaiano e Tufino, nonché l’invio di rifiuti verso i paesi nordici e l’avvio della raccolta differenziata, hanno finalmente risolto quell’emergenza. Sebbene criticità restino e il sistema rischia sempre di andare in tilt.

Ricordo bene quel periodo, in quanto prestavo servizio civile proprio presso Legambiente Campania. I cui responsabili furono tra gli ideatori di un bellissimo documentario: Biutiful cauntri.

Non passava giorno che il Tg1 del lacchè di Berlusconi, Augusto Minzolini, non mostrasse Napoli sommersa dai rifiuti. Allontanando così sempre più turisti. Medesima attenzione che Roma non sta avendo, malgrado sia nella stessa situazione con la chiusura della discarica di Malagrotta. O alcuni comuni della Calabria.

Per fortuna, quella monnezza sommerse la classe dirigente campana che aveva contribuito a produrla. In primis, il centrosinistra che aveva governato per quasi un ventennio Napoli nelle persone di Bassolino e Iervolino. E la Campania sempre il primo. Nel 2011, il popolo napoletano decise di dare fiducia all’ex Pm Luigi de Magistris, un outsider lontano dai partiti. Mentre l’anno prima, le elezioni regionali furono vinte dal centrodestra guidato da Stefano Caldoro.

Una storia che sembra lontana, ma che purtroppo può tornare. Perché, come diceva Primo Levi: “è avvenuto, quindi può accedere di nuovo”.

Infatti, Napoli e provincia rischiano di ripiombare di nuovo in una emergenza rifiuti. Ecco [sta_anchor id=”napoli”]perché[/sta_anchor].

Rifiuti, a settembre chiude Termovalorizzatore di Acerra

emergenza rifiuti napoli

Come riporta Il Roma, sarà un settembre «delicato» per la gestione dei rifiuti. E quanto annuncia il presidente della Regione, Vincenzo De Luca.

«A metà settembre avremo un momento delicato per quanto riguarda la gestione dei rifiuti dal momento che si dovrà procedere alla manutenzione generale dell’impianto di Acerra che starà fermo circa quaranta giorni».

Il Governatore campano ha poi concluso:

«Dobbiamo prepararci, da adesso a trovare aree di stoccaggio provvisorie di rifiuti e dopo questo periodo smaltire, nell’arco di due, tre, quattro mesi, i rifiuti accumulati.- continua il governatore – Non si può avere questa emergenza continua e dobbiamo progettare da subito una quarta linea di riserva da tenere nell’impianto di Acerra. Dobbiamo creare una soluzione definitiva per la gestione del problema in Campania»

Chi di dovere ha ancora 5 mesi di tempo per trovare una alternativa. E dato che rispetto a 10 anni fa è entrata a pieno regime la raccolta differenziata in tutti i Comuni interessati, la situazione dovrebbe essere meno grave. Dovrebbe, appunto.

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