Olimpiadi Milano Cortina 2026, altro magna magna in arrivo? Tappe, rischi, opportunità

E alla fine l’Italia ce l’ha fatta. Si è aggiudicata le Olimpiadi invernali 2026, che si svolgeranno tra Milano e Cortina d’Ampezzo. Si è defilata invece Torino, amministrata dai Cinquestelle ed in coerenza con quanto fatto in quel di Roma per le Olimpiadi del 2024.

A dare l’annuncio il presidente del Cio (acronimo di Comitato olimpico internazionale), Thomas Bach, dopo il voto dei membri allo SwissTech Convention Center di Losanna. La candidatura italiana ha battuto quella svedese che presentava il duo Stoccolma-Are per 47 voti a 34. In casa svedese si dà molta colpa alla performance della sindaca di Stoccolma, che ha intonato (per modo di dire) una delle più famose canzoni degli Abba: Dancing Queen.

Ma è stato per questo. A pesare, più che gli Abba maltrattati, il fatto che, come ha ammesso lo stesso Bach, Milano-Cortina aveva una candidatura più forte. Con il 93% di strutture già esistenti. Quindi non la solita candidatura che deve partire da zero.

L’Italia tornerà quindi ad ospitare i Giochi invernali per la terza volta, vent’anni dopo Torino 2006 e 70 anni dopo l’edizione di Cortina 1956.

Quando si tratta di Olimpiadi sono sempre scettico, in quanto si tratta di un carrozzone che porta soprattutto aggravi di costi. E solo la bravura di chi li gestisce, può trasformarli in un investimento per il futuro. Pensiamo proprio a Torino, diventata meta turistica non più subalterna a Milano (su tutti, spiccano i lavori della metropolitana). O Barcellona, tra le mete più gettonate dopo le Olimpiadi del 1992.

Ma torniamo alle Olimpiadi Milano Cortina 2026. Vediamo di seguito le località coinvolte, i rischi e le [sta_anchor id=”olimpiadi”]opportunità[/sta_anchor].

Olimpiadi Milano Cortina 2026 tappe

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Come riporta Il Fatto quotidiano, il dossier include una distribuzione degli eventi tra Lombardia, Veneto e le province autonome di Trento e Bolzano, con gare che si svolgeranno in 12 diverse sedi, 7 delle quali già esistenti, due temporanee e due che saranno in larga parte oggetto di ristrutturazioni. Prevista solo una costruzione ex novo.

A Milano nascerà il Villaggio olimpico principale. Precisamente nel quartiere Porta Romana, nella zona attualmente occupata dallo scalo merci in disuso che dovrebbe diventare parte di un campus residenziale per studenti. A Rogoredo, nel quartiere di Santa Giulia, il nuovo PalaItalia verrà allestito per il pattinaggio di figura e lo short track, probabilmente da utilizzare in tandem con il Forum di Assago. Le sfide di hockey si svolgeranno tra il rinnovato PalaSharp di Lampugnano e il nuovo palazzetto. A San Siro è prevista la cerimonia di apertura.

In Valtellina, la storica pista Stelvio a Bormio sarà sede delle gare di sci alpino maschile, mentre le aree Mottolino, Sitas-Tagliede e Carosello 3000 a Livigno sono state scelte per le gare di snowboard e freestyle. Anche a Livigno verrà allestito un Villaggio olimpico: utilizzato dalla protezione civile, verrà riconvertito in centro di allenamento avanzato alla fine dei Giochi.

Cortina ospiterà lo sci femminile sulla pista Olimpia delle Tofane e quelle di bob,slittino e skeleton, previste sulla storica pista olimpica Eugenio Monti, il tracciato già usato nel 1956 per i primi Giochi invernali svolti in Italia. Anche lo Stadio Olimpico del ghiaccio di 70 anni fa verrà riammodernato e rinnovato per le gare di curling. Cortina avrà pure il suo Villaggio olimpico: verrà allestito nella frazione di Fiames. All’Arena di Verona è prevista la cerimonia di chiusura.

Nelle valli trentine, a Baselga di Piné, Tesero e Predazzo, verranno organizzate nell’ordine le gare di pattinaggio di velocità, sci di fondo e salto con gli sci (combinata nordica). A Baselga di Piné l’Ice Rink, impianto principale in Italia del pattinaggio di velocità, verrà dotato di una copertura (ora è all’aperto) e di circa 5mila posti a sedere. In Alto Adige sarà invece Anterselva, sede dei Mondiali 2020, a ospitare le gare di biathlon, maschile e femminile.

Olimpiadi Milano Cortina 2026 rischi

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Come riporta lo scrittore e giornalista Leonardo Coen sul suo blog su Il Fatto quotidiano, ci sono anche dei rischi. I soliti in vista di questi eventi.

Che la grande torta olimpica ingolosisca speculatori e politici affamati, dirigenti incompetenti e ci sia una corsa a gonfiare le spese, a raddoppiare le poltrone, a mettere in piedi comitati e commissioni pletoriche, talvolta inutili. Ho già visto questo film.

Già hanno incominciato a bussar cassa sindaci e assessori, già si mobilitano le cordate mediatiche per il magna magna, già si ricomincia coi sogni come la ferrovia da Milano a Bormio (oggi il capolinea è Tirano), o con la famigerata superstrada – eterna incompiuta – che da Milano va a Lecco e risale il lago sino alla Valtellina e lì si intoppa…

Il decreto Sblocca cantieri induce al pessimismo, c’è rischio più di prima di infiltrazioni mafiose nell’assegnazione degli appalti. Insomma, c’è molta attesa perché le cifre sono imponenti: nel dossier italiano il costo stimato – si sa, purtroppo, che aumenterà, come è sempre successo – è di un miliardo e 362 milioni di euro, di cui 243 milioni per gli investimenti in infrastrutture sportive e i costi operativi.

La novità, rispetto ai disastri del passato, è che il Cio contribuisce per il 75 per cento, un finanziamento di un miliardo e spiccioli, che è stata la molla decisiva per fare accettare all’87 per cento degli italiani la candidatura.

Le Regioni Lombardia e Veneto e le province autonome di Trento e Bolzano si accolleranno la parte mancante, per ora quantificata in 341 milioni. La Lombardia verserà la quota più consistente, 211 milioni, il Veneto e le province sborseranno il resto.

In questi importi verrebbero conteggiati anche i contributi dei privati (a Milano, per esempio, la costruzione del futuro PalaItalia (un’arena da 15mila posti che costerà 70 milioni di euro e dovrebbe essere realizzata entro la fine del 2023) sarà affidata alla società Ovg Europe Limited, con Live Nation, pare tra le più grosse società a livello mondiale per l’organizzazione di eventi musicali e non solo.

Olimpiadi Milano Cortina 2026 opportunità

olimpiadi milano cortina 2026 logo

Insomma, sulla carta il dossier olimpico di Milano e Cortina (il logo dei Giochi vede questi due nomi) alterna attenzione all’ambiente, utilizzo di impianti già esistenti ovviamente sottoposti a restyling o a importanti ristrutturazioni e villaggi olimpici destinati ad essere dopo i Giochi residenze universitarie, nel quadro di una colossale riqualificazione di aree semi abbandonate, come lo Scalo ferroviario di Porta Romana, una posizione strategica e ben collegata al centro e soprattutto alle università milanesi (la Bocconi, per esempio, è a venti minuti a piedi, la Statale a 25, il Politecnico a un quarto d’ora coi mezzi pubblici).

Inoltre, i Giochi spingerebbero tutti i cantieri delle nuove tratte di metropolitana che già punteggiano (e tormentano) la città, ad accelerare i tempi di realizzazione, compresa la linea che finalmente collegherà l’aeroporto di Linate alla città.

A caldo, dunque, il “pacchetto” che offriamo è spettacolare, a cominciare dal fronte della cultura e da quello del territorio. Attorno a Milano, ci sono bellissime città d’arte. E comprensori enogastronomici ineguagliabili. Povera Stoccolma, partiva già battuta, aveva meno atout, e anche molto meno appeal.

L’unica incognita poteva essere quella politica. Ma i membri del Cio, per nostra fortuna, non hanno badato alle perplessità che nel resto del mondo nutrono per il governo italiano di Lega e Cinquestelle. Hanno valutato e promosso il dossier italiano, premiandone la forza propulsiva sia sul fronte della materia sportiva e delle “location”, tutte di altissimo livello; ma hanno anche tenuto conto del mirabolante contesto.

E’ vero che le montagne non sono proprio fuori città, ma ad essa sono bene collegate; ma la forza della proposta di Milano sta nella sua intraprendenza multiculturale, nell’essere ormai una delle “città Stato” più ambite e famose del mondo, dalla grande capacità attrattiva. Non solo un freddo palcoscenico sportivo, ma una comunità pulsante, dinamica si sarebbe detto qualche anno fa. Oggi è di più.

Quel che invece è mancato in modo assoluto ai putiniani Giochi di Soci e in Sud Corea, lo scorso anno. Non basta mettere in piedi splendide coreografie per le dirette in Mondovisione, se poi tutto resta confinato nella mera esecuzione di gare, cerimonie di apertura, premiazioni e di chiusura. L’abbiamo visto ai Mondiali di calcio in Russia: un successo perché gli stadi erano solo un momento agonistico e di tifo, ma poi c’erano i russi, le grandi città come Mosca e San Pietroburgo e le strade erano vive, e gli eventi infiniti e tutto ciò ha appagato i turisti e i tifosi.

I Giochi saranno il pretesto per mostrare ciò che rende Milano competitiva ed attrattiva: dalla moda allo shopping di lusso, dai musei ai teatri, alla Scala, ai suoi locali, alle movide che animano le notti; penso a Cortina, nel paradiso delle Dolomiti; mi aspetto che la Valtellina rinnovi la sua vocazione sportiva e non ragioni solo pensando all’indotto economico ma a quello ambientale; ed ancora, Anterselva capitale del biathlon, Baselga di Piné e la bella Val di Fiemme sappiano coniugare la loro rinomata ospitalità con sapiente capacità organizzativa. La stessa Bormio ha ospitato due Mondiali di sci alpino e un infinito numero di gare per la Coppa del Mondo di sci alpino: conterà pur qualcosa l’esperienza accumulata (e la favolosa pista Stelvio…).

Quanto a Cortina, è ormai tappa fissa del calendario femminile e ospiterà i Mondiali di sci alpino del 2021, quale migliore e più attendibile collaudo di piste, ospitalità e logistica?

Dunque, una grande opportunità ma anche il solito rischio “magna magna” Made in Italy (oltre alla succitata questione indebitamento). Vedremo chi prevarrà, sperando che, almeno a livello agonistico, a prevalere siano gli atleti italiani.

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Una risposta a “Olimpiadi Milano Cortina 2026, altro magna magna in arrivo? Tappe, rischi, opportunità”

  1. “Rischio” magna magna?
    vai sereno quella è una certezza!
    Io ho vissuto a Torino dal 2003 al 2009 me le ricordo le Olimpiadi invernali..
    pensa che il comitato è ancora in liquidazione… da 12 anni!
    600 mila euro all’anno solo quello.

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