Altro che Corea del Nord: i 3 Paesi con un arsenale nucleare 10 volte più pericoloso

A causa dei continui missili lanciati dal dittatore della Nord Corea Kim Jong-Un – in realtà più buffi che minacciosi – è tornato in auge il pericolo di una guerra atomica. La Corea del Nord infatti possiede la bomba atomica e il paffuto presidente nordcoreano si dice anche pronto a lanciarla contro gli Stati Uniti. Anzi, secondo alcuni specialisti, i missili su cui sarebbe poi caricata, sarebbero in grado di raggiungere anche l’Europa. Forse. Per ora Kim le ha lanciate solo intorno al suo Paese, provocando anche dei terremoti e solo una volta sorvolando il Giappone. L’unica risposta da parte dell’Occidente è stato un maggiore addestramento di concerto tra Usa e Corea del sud. Mentre Cina e Russia, storiche alleate, ci vanno molto caute. Limitandosi solo a qualche “cartellino giallo”.

Tuttavia, non solo la Corea del Nord detiene arsenale nucleare. Anzi, ci sono Paesi che ne detengono fino a 10 volte di più di quello del paese asiatico. Anche con la solita complicità americana. Vediamo quali sono.

Cos’è il Trattato di Non Proliferazione Nucleare

isis armi nucleariPrima di entrare nel merito, occorre sapere che esiste il Trattato di Non Proliferazione Nucleare. Come riporta Il Giornale, trattasi dell’unico documento internazionale in grado di dirci se uno Stato si sta comportando nel rispetto del diritto o meno. Il Trattato, entrato in vigore nel 1970, è composto da 11 articoli e si pone l’obiettivo di proibire agli stati firmatari non nucleari (al momento dell’entrata in vigore del Trattato) di sviluppare armamenti di questo tipo. Lo stesso Trattato è d’altra parte molto più morbido nei confronti di quegli Stati che risultavano aver già effettuato test nucleari prima del 1967 (articolo 9 comma 3 del Trattato di non Proliferazione Nucleare). Un punto molto controverso e contestato perché andava sfacciatamente a favore dei cinque membri permanenti del Consiglio di Sicurezza ONU (Stati Uniti, Russia, Cina, Francia, Gran Bretagna). Gli unici per l’appunto ad avere già testato armi nucleari prima del ‘67.

La Corea del Nord vi aderì prima della Francia, ma vi uscì per il pericolo americano

KIM JONG-ILLa Corea del Nord, pur in questa situazione di disparità giuridica, decise di aderire al trattato nel 1985, ben sette anni prima che firmassero Francia e Cina. Il regime coreano ha così inizialmente rinunciato alle sue velleità nucleari sino al 2003, anno in cui scelse di recedere per “la continua violazione della sovranità e della sicurezza della nazione a causa della politica ostile e viziosa degli Stati Uniti”. A prescindere dalla motivazione, discutibile, la Corea del Nord agì nella legalità, considerato che il Trattato prevede all’articolo 10 comma 1 la rescissione dagli accordi. Come la Corea del Nord, anche altri Stati hanno deciso di non sottoscrivere il Trattato e sviluppare così un arsenale atomico.

Gli altri tre Paesi non firmatari

dove si trovano scorie nucleari in italiaSono Israele, India e Pakistan le tre nazioni democratiche, insieme alla Corea del Nord, non firmatarie. Tutti e tre i Paesi, secondo il Bulletin of The Atomic Scientists, sono in possesso di un arsenale quasi dieci volte superiore a quello di Pyongyang. Il totale tra le testate operative e in riserva di questi Paesi si aggira infatti intorno al centinaio. Quello di Pyongyang è sull’ordine delle 20.

Scriveva poi il New York Times che gli stessi Stati Uniti, oggi in prima linea contro la Corea del Nord, hanno non solo chiuso un occhio, ma hanno anche contribuito alla proliferazione nucleare tra India e Pakistan.

“Nel 2008 il Presidente George W. Bush siglava un accordo nucleare con l’India che le permetteva di commerciare materiale nucleare. Questo ha incoraggiato il Pakistan a continuare l’espansione del suo programma nucleare che è quello che sta crescendo più velocemente al mondo”.

Sullo stesso giornale, lo scorso aprile, un ex dipendente dell’intelligence afghana non spendeva buone parole circa l’affidabilità del Pakistan: “Ho delle buone ragioni per essere scettico circa l’abilità del Pakistan a tenere il proprio arsenale nucleare lontano dagli estremisti”. Israele d’altra parte non ha mai ammesso ufficialmente l’esistenza del suo arsenale nucleare. Tuttavia un’indagine accurata del The Guardian ci mostra tutti i traffici nucleari legati a Tel Aviv. Sorprendente è scoprire che fu la stessa Israele a rifornire il regime segregazionista sudafricano della tecnologia necessaria a sviluppare l’atomica (progetto poi abbandonato dal Sud Africa).

Armi nucleari, le ipocrisie Usa

Ciò nonostante questi Stati agiscono comunque nella legalità, non avendo firmato il Trattato. Infatti di tutti i 183 Stati firmatari risulta essere solo uno, Taiwan, a rispettare in pieno tutti i termini dell’accordo. Gli Stati Uniti, che oggi rivestono i panni del poliziotto del mondo, hanno sì firmato l’accordo, ma si sono “dimenticati” di ratificarlo. Scopriamo poi che Washington si trova al secondo posto tra le nazioni con l’arsenale nucleare più numeroso. Davanti c’è la Russia.

Tuttavia, sempre secondo il Bulletin of The Atomic Scientists, Mosca avrebbe ridotto la sua capacità nucleare di quasi ben 6.000 unità, contro le 2.400 eliminate dagli Stati Uniti negli ultimi otto anni. Per la serie il buon esempio non arriva mai da dove lo si aspetta. Dati alla mano dunque la Corea del Nord è il Paese “più arretrato” in materia nucleare, tra quelli in possesso di un arsenale atomico. Pyongyang sta inoltre agendo nella legalità, non essendo firmataria di nessun accordo. In definitiva dunque può essere considerata una minaccia reale? Si, ma nella misura in cui le nazioni avversarie vogliono renderla tale. L’enorme disparità di forze non consente alla Regime di Kim un’azione offensiva.

Dunque, siamo al solito discorso. Kim Jong-Un fa male a lanciare missili quasi ogni giorno e a mostrare continuamente i muscoli. Credendo di stare, complice anche la sua giovane età, giocando ai videogame (la sua faccia divertita ad ogni lancio è ormai uno spasso). Portando il suo Paese in un sempre più pesante isolamento, che non fa altro che danneggiare il popolo nordcoreano (già peraltro versante in una situazione socioeconomica arretrata). Ma l’Occidente, d’altro canto, mostra anche in questo caso le sue consuete pecche ed ipocrisie. Predicando bene e razzolando male.

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