Paesi scandinavi eletti “i più felici”: perché si tratta di una bufala

I Paesi scandinavi vengono spesso proposti come modello, per l’efficienza dei loro servizi, la bontà dei loro indicatori economici, il modo col quale curano le loro bellezze paesaggistiche e per il welfare molto garantista. In fondo, hanno una alta pressione fiscale, che però viene sfruttata al meglio. Non come succede da noi, dove, malgrado paghiamo una marea di tasse, ci ritroviamo servizi scadenti.

Ma che siano anche i più felici, beh, qualche dubbio viene. Eppure, The Guardian ha pubblicato i risultati del World Happiness Report del 2018 sui paesi più felici al mondo, piazzando proprio i Paesi scandinavi nei primi tre posti. Ossia prima Finlandia, seconda Norvegia e terza Danimarca. Ma è davvero così? La cosa appare alquanto una balla e vediamo perché.

Finlandia Paese più felice del Mondo

Come riporta Il Giornale, da oggi si potrà dire: felice come un finlandese. Sarà l’enorme estensione del territorio e la scarsità della popolazione, magari sono felici perché non si incontrano mai. Eppure il mito della Finlandia ci perseguita da anni, ogni tanto arriva qualcuno che cita la Finlandia come paese modello, con il miglior stato sociale, il miglior reddito procapite eccetera. Però ha anche la più bassa percentuale di immigrati, segno che a nessuno viene in mente di andare in Finlandia. Tanto meno viene voglia di leggere gli scrittori finlandesi, non se li è mai filati nessuno, basti pensare che hanno avuto un premio Nobel, Frans Eemil Sillanpää, che si sono letti solo i finlandesi e ha scritto libri di una tristezza da suicidio, tipo Santa miseria.

Mentre all’Università l’unico finlandese che ti fanno studiare è l’architetto Alvar Aalto, famoso per il sanatorio di Paimo, un edificio che solo a vederlo ti prende il magone. La Finlandia, non a caso, è un modello ideale di Beppe Grillo, perché riciclano i rifiuti, perché hanno il reddito di cittadinanza (e per forza, sono quattro gatti).

Norvegia, oltre ai fiordi c’è di più?

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Al secondo posto dei felici c’è la Norvegia, non ci si sposta di molto. Dove quando ci vai al massimo ti ricordi i fiordi e le storie dei vichinghi delle guide turistiche, e raramente ci torni. Tra l’altro, se sono così felici non si capisce perché la letteratura scandinava esprima una depressione esistenziale come poche, basti pensare ai drammi di Ibsen e Sgrindberg. Senti gente che torna dalle crociere e dice: «Che bello, siamo stati a vedere i fiordi» e finita lì.

Danimarca chiude il podio

Chiude il podio la Danimarca, che ha espresso il più grande filosofo dell’angoscia esistenziale della storia della filosofia: Kierkegaard. Famosa al pubblico di Netflix per la serie The bridge, dove per fortuna è un poliziesco e la vita si movimenta perché uccidono qualcuno, altrimenti non c’è niente da fare, nella serie si annoiano pure i poliziotti che fanno le indagini.

Paesi scandinavi con il più alto tasso di depressione: abbondano suicidi, omicidi e uso di eroina

Come riporta Il Foglio, n rapporto Ocse suggerisce che gli stati d’animo dei popoli scandinavi possono essere legati alla chimica. Secondo il rapporto, il trenta per cento delle donne islandesi ha avuto una prescrizione di antidepressivi nella vita. Si stima che il 38 per cento delle donne danesi e il 32 per cento per cento degli uomini danesi riceveranno un trattamento di salute mentale a un certo punto durante la loro vita. Paesi omogenei e chiusi, visto che l’InterNations Expat Insider 2016 survey pone la Danimarca in testa alle classifiche mondiali dei paesi dove “è più difficile fare amicizia”.

La Svezia ha un altro record. La città di Göteborg ha mandato più terroristi per abitante a combattere con lo Stato islamico di qualsiasi altra città in Europa. La seconda città più grande della Svezia, un paese che si fregia di essere pacifista e neutralista, vede i suoi abitanti particolarmente impegnati in un progetto: la guerra santa islamica. La Svezia è diventato un caso da manuale, con articoli come quello di Foreign Policy: “Dal welfare state al califfato”. Felicità fatta di contraddizioni, se pensiamo che i norvegesi sono orgogliosi del loro ambientalismo tanto quanto pompano più di un milione e mezzo di barili di petrolio al giorno.

Svezia e Danimarca sono anche i paesi in Europa dove si registra il più alto numero di aggressioni sessuali. Un popolo di predoni o mera isteria in quella che il Guardian ha definito “la società di maggior successo che il mondo abbia conosciuto”? Nel 1994, la Svezia divenne il primo paese al mondo con metà Parlamento composto di sole donne. Da allora ha battuto ogni record mondiale di parità di genere. Come ha fatto questo esperimento a cielo aperto a diventare il secondo paese al mondo per numeri di stupri, seconda soltanto a Lesotho? James Traub su Foreign Policy l’ha chiamata “la morte del paese più generoso sulla terra”. La Svezia si colloca al secondo posto tra i paesi con il maggior numero di violenze sessuali al mondo con 53,2 stupri ogni 100 mila abitanti, superata solo dal piccolo stato del Lesotho, nell’Africa del sud, che registra 91,6 abusi sessuali ogni 100 mila abitanti.

Paesi felici ed eugenetici. Il numero di bambini nati con sindrome di Down in Danimarca è diminuito drasticamente negli ultimi anni, tanto che entro il 2030 potrebbe già essere un brutto ricordo. La Danimarca vuole diventare “il primo paese ‘Down free’”.

Nel 2015, il 98 per cento delle donne incinte con bambini Down ha scelto di avere un aborto. “Ci stiamo avvicinando a una situazione in cui quasi tutte le gravidanze vengono interrotte”, ha detto alla stampa danese Lilian Bondo, a capo dell’associazione di ostetricia Jordemoderforeningen. La Danimarca è seconda al mondo per equa distribuzione del reddito, terza per l’indice di democrazia, sesta per qualità ambientale, settima per ricchezza pro capite e ottava per libertà economica, lavora meno ore all’anno di qualunque altro paese al mondo, ma è anche un paese dove ogni anno nascono soltanto due bambini Down per scelta e trentadue per “errore diagnostico”. Lo teorizzano pure ideologicamente come “sorteringssamfundet”: ordinamento della società.

La Svezia invece ha il record di bambini confusi col proprio genere sessuale. Louise Frisén, psichiatra infantile all’Ospedale pediatrico Astrid Lindgren, ha appena detto all’Aftonbladet che nel 2016 ben 197 bambini si sono proposti per una “transizione” e cambiare sesso: “C’è un aumento del cento per cento ogni anno, e le persone che stiamo vedendo sono più giovani e sempre più bambini”. Il capo della squadra identità di genere del Karolinska University Hospital, Cecilia Dhejne, ha detto che l’aumento dei bambini infelici con il proprio gender riflette “una maggiore apertura” nella società svedese.

I felicissimi scandinavi hanno altissimi tassi di suicidi. O per dirla con Times magazine, “perché i paesi più felici hanno i tassi di suicidi più alti”. E non è colpa del freddo, visto che negli Stati Uniti le Hawaii spiccano per suicidi. Più di un decennio dopo il libro di Arto Paasilinna “Piccoli suicidi tra amici”, il tasso di suicidi della Finlandia è ancora il doppio di quello dell’Unione europea ed è superato solo dal Giappone. Il sociologo Herbert Hendin nel libro “Suicidio e Scandinavia” incolpa la mentalità scandinava di rompere molto presto il legame fra i figli e i genitori per facilitare l’autodeterminazione. E’ nella danese Groenlandia la “capitale mondiale dei suicidi”. Un tasso pro capite 24 volte superiore a quello degli Stati Uniti.

I finlandesi hanno anche il primo tasso di omicidi pro capite d’Europa. Felicissimi e solissimi. In Svezia, in trent’anni, il numero di persone ai funerali è passato da 49 a 24. In Svezia si muore soli più che altrove nel resto del mondo. Stoccolma è nota come “la capitale mondiale dei single”. Uno svedese su dieci se ne va al creatore senza parenti. Tre appartamenti su cinque hanno un solo abitante. E’ il posto al mondo dove le donne ricorrono di più all’autoinseminazione artificiale. Arriva un kit a casa con il corriere e formano da sole una famiglia. La Danimarca non è meno sola. Secondo “People in the EU”, una nuova pubblicazione di Eurostat, i danesi al 45 per cento vivono da soli, seguiti da un altro paese felice, la Finlandia.

La Norvegia ha un altro record: è “la capitale mondiale dell’eroina”: le acque delle fogne di Oslo contengono più anfetamine di qualsiasi altro paese europeo e ha il più alto numero di morti per overdose del resto del continente. Certamente si sta benone in Nord Europa. Ma questa “Scandimania” ha qualcosa di grottesco. Ogni società, compresa la solidalissima socialdemocrazia scandinava, ha i suoi bei guai. E c’è ancora speranza che un italiano medio, piazzato al quarantesimo posto dell’indice di felicità dell’Onu, possa essere più felice di un autodeterminato cittadino norvegese o finlandese.

Qualcuno ha paragonato gli ossequiosi scandinavi ai lemming, dal nome dei roditori, non molto diversi dai topi, che vivono sui monti della Svezia, della Norvegia e della Finlandia e che si precipitano giù dalle montagne finché raggiungono il mare. Come presi da una ossessione, si gettano nelle acque, furiosamente, morendo a milioni, come se li spingesse un terrore incontenibile, una specie di panico e di psicosi collettiva.

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2 Risposte a “Paesi scandinavi eletti “i più felici”: perché si tratta di una bufala”

  1. Sarà anche vero, ma se ne avessi la possibilità ci andrei di corsa, anche perché l’Italia non è più certo quella di qualche anno fa, e per altri motivi, i suicidi sono in forte aumento anche qui.

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