Perché Covid-19 più diffuso nel Nord Italia? I 4 motivi secondo ricerca

DATA ULTIMO AGGIORNAMENTO: 3 Novembre 2020

Dopo una estate durante la quale hanno ripreso un po’ delle loro libertà, gli italiani tornano a fare i conti con il nuovo Coronavirus Covid-19. E con la paura di essere di nuovo rinchiusi in casa.

Il Governo Conte bis ha più volte ribadito che non ci saranno nuove chiusure generalizzate. Ma localizzate, per spegnere in tempo i focolai. Intanto il primo atto da riconfermato del Governatore Vincenzo De Luca in Campania, è stato quello di aver imposto l’obbligo di mascherine all’aperto.

Tutto lascia presagire, comunque, che almeno fino ad aprile 2021 sarà difficile viaggiare all’estero. E forse anche tra le regioni. Dovremo ancora convivere con disinfettanti e mascherine. E probabilmente, ci faranno passare la voglia di mangiare fuori casa o anche semplicemente consumare qualcosa al bar.

Intanto, una ricerca intitolata Why Italy first? (Perchè l’Italia è la prima?), condotta dall’Università di Trieste e pubblicato sulla rivista Sustainability, offre interessanti spunti sul perché il Covid-19 sia esploso prima al Nord. E diffuso in maniera rapida. Ecco gli interessanti [sta_anchor id=”nord”]risultati[/sta_anchor].

Perché Covid-19 esploso e più diffuso nel Nord Italia

La ricerca è stata portata avanti da un team composto da ricercatori:

  • nel campo della geografia umana ed economica (Giuseppe Borruso – Università di Trieste)
  • dell’urbanistica e della pianificazione (Ginevra Balletto – Università di Cagliari; Beniamino Murgante – Università della Basilicata)
  • della epidemiologia e della medicina (Paolo Castiglia e Marco Dettori – Università di Sassari)

L’abstract della ricerca è stata riportata sul sito ufficiale della Università di Trieste. Evidenziando delle similitudini con quelle di Wuhan, nella provincia di Hubei, in Cina.

In circa un mese, il team di ricercatori ha generato un’ampia banca dati di indicatori relativi a clima, atmosfera, ambiente costruito, demografia e situazione medica della popolazione. Oltre ai dati relativi a contagi e decessi.

Ha così creato un indicatore di mortalità da SARS-Cov-2 a livello provinciale, che ha confermato una mortalità superiore alle attese nel Nord Italia e nelle province padane in particolare. Mentre nel resto d’Italia questa si è mantenuta in linea con l’anno precedente, se non inferiore.

I ricercatori, trasversali nelle loro materie di studio, hanno così evidenziato una forte relazione tra il loro indicatore ed una pluralità di fattori. Quali:

  • scarsa qualità dell’aria
  • aumento del consumo di suolo
  • ampia mobilità pendolare
  • dimensione e densità medie degli insediamenti

covid-19 perché più al nord

La ricerca è ora in fase di revisione della rivista Sustainability. Ma è consultabile in “Preprints” su https://bit.ly/GeoCovid19

Il problema comunque resta capire chi ce lo ha portato lì inizialmente. E se il fatto che abbia flagellato proprio le regioni più ricche d’Italia sia solo un caso…

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