Ci si può ammalare anche navigando online: cinque malattie trasmesse dal web

Il web può trasmettere dei virus. E non solo a pc, smartphone o tablet che utilizziamo per connetterci. Bensì, anche agli utenti stessi che navigano. Vere e proprie malattie che si trasmettono on-line all’organismo umano. Certo, non parliamo di bronchiti, raffreddori, mal di gola o ulcere. Ma soprattutto di malattie psicologiche e ben cinque. Vediamo quali sono.

Le cinque malattie trasmesse dal web

Come riporta FocusTech, ecco di seguito le cinque malattie trasmesse da internet:

  1. malattie internetNomofobia: la paura di non avere sempre con sé il proprio smartphone. Detta anche No-Mobile Phobia, questa patologia è accompagnata da un senso di ansia e smarrimento quando il fido telefono non si trova nei paraggi, a quanto pare circa tre inglesi su quattro potrebbero esserne afflitti.
  1. Tecninferenza: problematica che va a danneggiare la qualità della nostra vita. Mille sono le sollecitazioni, pensiamo alla notifica che ci fa interrompere una conversazione dal vivo. Ogni sfera della vita ne può risentire, ovvie le conseguenze sulla concentrazione in ambiente lavorativo, ma anche l’attività sessuale può risentirne.
  1. Chiamata Fantasma: sensazione accompagnata al percepire il suono o a sentire la vibrazione di una chiamata che in realtà non c’è. Porta a guardare in continuazione il display e ovviamente ci distrae dalle attività che stavamo svolgendo.

IL FALSO MITO DEI CACTUS CHE ASSORBONO LE RADIAZIONI

  1. Cybercondria: un’evoluzione digitale dell’ipocondria. Quando abbiamo dei sintomi e consultiamo Google per scovare le possibili malattie a esso collegate. Spesso gli effetti sono solo negativi, in quanto si alimenta una preoccupazione ingiustificata quando basterebbe un rapido consulto con un medico in carne e ossa.
  1. Truman Show Delusion: come facilmente intuibile, questa patologia prende il nome dal celeberrimo film con Jim Carrey, porta le persone a sentirsi sempre sotto i riflettori. Può manifestarsi in vanità, certo, ma è pure in grado di alimentare manie di persecuzione. Il rischio è quello di interpretare ogni azione svolta dai propri contatti come fosse riferita a noi.

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