Piano Colao favorirebbe mafie, multinazionali e 5G: i motivi

In questi mesi, ci siamo chiesti a cosa servisse la Task Force guidata dall’ex Ceo Vodafone Vittorio Colao (qui un ritratto). Ed in effetti, la riposta è arrivata col cosiddetto Piano Colao varato alcuni giorni fa al fine di rilanciare il Paese.

Il Piano Colao è molto lungo e tocca tanti temi. Tra cui il tanto temuto 5G, che il Piano Colao punta ad estendere in tutto il Paese. Innalzando i limiti delle emissioni elettromagnetiche in vigore. Ritenuti bassissimi.

Ma non solo. Il Piano Colao preoccupa in diversi altri punti, che favorirebbero gli affari delle mafie e lo sfruttamento del lavoro dipendente. Del resto, ad ogni crisi economica, corrisponde una riduzione dei diritti dei lavoratori in nome della ripresa.

Piano Colao prevede la Volontary disclosure

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Il Corriere del Mezzogiorno ha intervistato Franco Roberti, ex procuratore nazionale Antimafia. Attualmente europarlamentare e coordinatore nazionale del Forum contro le mafie, in quota Pd.

Roberti denuncia infatti che:

Non solo nel piano Colao non c’è una riga sulle mafie, ma purtroppo si paventa una sanatoria. Ricordiamoci che attualmente i soldi li hanno solo le mafie

Poi continua:

Coi soldi che arriveranno per la ripartenza, le mafie che inizialmente hanno sofferto per la pandemia, ora hanno tutti gli strumenti e le disponibilità finanziarie per sfruttare al massima il businness della ripartenza

I settori più a rischio sono:

Quelli tradizionali: pulizie, sanificazioni, ma pensiamo anche allo smaltimento dei rifiuti speciali. Per non parlare del welfare mafioso. E soprattutto investiranno nelle imprese in difficoltà

Occhio poi a ridurre i controlli in nome del rilancio:

Prendiamo il settore degli appalti. Il codice è pesante e lento, ma non si può cancellare come dice Salvini, la trasparenza, l’efficienza e la rapidità devono andare di pari passo. Non possiamo perdere più tempo, dobbiamo operare sul piano delle riforme

Poi il passaggio sulla Volontary disclosure, un gergo anglosassone che sottintende ad una nuova sanatoria:

Consente ai soldi sporchi di riciclarsi e ripulirsi. L’indicazione nel testo è sintetica, ma già in passato ero perplesso: l’evasione fiscale non si combatte così, chiudendo i conti dinanzi a un’ammissione. Ma c’è un altro vulnus nel piano, come ha detto anche Carlo Cottarelli

Infine, un pensiero sulla riforma penale e amministrativa, pure essenziali:

Non possiamo accontentarci della riforma delle elezione del Csm, dopo quello che è accaduto, senza una riforma vera della giustizia non ci sarà mai una ripresa economica. La giustizia che funziona è la precondizione per il rilancio, sennò è finita la democrazia in questo Paese. Andiamo incontro al peggio

Piano Colao e i diritti dei lavoratori

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Contropiano pone invece l’attenzione sui diritti dei lavoratori. Per esempio, prevede di “Escludere contagio COVID da responsabilità penale e ridurre temporaneamente il costo delle misure organizzative anti contagio”.

Ancora, suggerisce di

“neutralizzare fiscalmente, in modo temporaneo, il costo di interventi organizzativi (ad es. turnazione, straordinari) conseguenti all’adozione dei protocolli di sicurezza e al recupero della produzione perduta per il fermo, per non penalizzare la competitività dell’impresa e i redditi dei lavoratori

Riguardo allo smart working, si chiede di regolare meglio questa forma di lavoro. Senza però fornire indicazioni su parametri e criteri, che saranno affidati alla “contrattazione tra le parti” e dunque ai rapporti di forza vigenti.

Riguardo i contratti a termine in essere nel 2020, parla di

allentare, in via temporanea, questi vincoli almeno per i contratti a termine in corso la cui scadenza sopraggiungerà entro il 2020

Alias, una piccola forzatura alla legge, e precarietà prolungata.

Si spinge poi verso la tecnologizzazione dell’economia e l’incentivazione all’uso della moneta elettronica. Al fine di “Ridurre significativamente l’economia sommersa per liberare risorse e garantire concorrenza equa”.

Tuttavia, l’uso quasi esclusivo della moneta elettronica ha anche effetti distorsivi, come accaduto in Finlandia.

Piano Colao spinge sul 5G

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Infine, veniamo ad un altro punto che preoccupa i più: la diffusione del 5G.

Come riporta D-Day, l’indicazione della task force mira a rendere coerenti i limiti vigenti in Italia con quelli suggeriti dalla Commissione per la protezione dalle radiazioni non ionizzanti (nota come ICNIRP). O almeno ad avvicinarsi a quelli stabiliti da altri stati membri dell’unione.

In alcuni Paesi, come Francia, Regno Unito e Germania, sono state seguite tali linee guida (che prevedono un limite di 61 V/m), mentre Grecia e Belgio, per esempio, hanno scelto limiti più bassi, rispettivamente 47 e 31 V/m.

L’Italia è tra i più stringenti al mondo: 20 V/m come soglia di attenzione e qualità, ma 6 V/m nelle aree con una forte densità di persone.

Tali limiti sono stati più volte giudicati dalle telco come troppo stringenti anche perché rappresentano un unicum internazionale. Limiti di emissioni più bassi comportano la necessità di installare più antenne per poter avere una copertura omogenea, il che si trasforma in costi e tempi di infrastutturazione della rete molto più alti.

Secondo il piano di Colao, se l’Italia mantenesse i limiti attuali, ci sarebbero “implicazioni di costo e ambientali estremamente sfavorevoli e un lento sviluppo del servizio”.

Inoltre il piano Colao chiede che gli amministratori locali, se sono rispettati i limiti di emissione, non possano opporsi all’installazione delle antenne, bloccando i lavori. Cosa che è successa a macchia di leopardo in diverse zone d’Italia, dove sindaci hanno emesso ordinanze di blocco delle installazioni, raccogliendo le pressioni dei comitati di quartiere o dei gruppi no-5G.

Le proteste e i sospetti sul 5G sono anche alimentati dal fatto che Vittorio Colao sia stato per ben 10 anni proprio Ceo di un colosso telefonico: la Vodafone. La quale ha chiesto, insieme alle altre telco, di innalzare i limiti di emissione per anni senza riuscirvi. Quindi, in molti vedono in questa Task force la grande occasione di infilare questa proposta senza problemi.

Diciamo pure che il 5G è una tecnologia ormai inevitabile. In ottica della realizzazione della Internet of Things.

Il problema restano i dubbi sui danni alla salute (vecchio dibattito che investe i cellulari fin dalla loro diffusione negli anni ‘90), con varie iniziative simili al luddismo ottocentesco in varie zone del mondo con la distruzione di antenne. Il 5G viene anche accusato di aver aiutato la diffusione del nuovo Coronavirus Covid-19.

Vedremo comunque cosa andrà in porto e cosa no di questo piano. Vedremo come si comporteranno partiti come il M5S e Leu che fanno parte della maggioranza. Il primo, fautore in passato di molte battaglie contro le tecnologie invasive. Il secondo, tra l’altro proprio partito del Ministro della salute, e che si dice attento alla difesa dell’ambiente e della salute pubblica.

Che invece il Pd e Italia viva lo votino in toto non mi sorprenderebbe. Il primo incarna gli interessi delle lobby, come un tempo la Dc. Il secondo è il partitino di Renzi, costola liberista del Pd stesso e che già avrebbe voluto Colao addirittura come Ministro.

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