Non solo Genova: i ponte Morandi sparsi in Italia e nel Mondo

Quali sono i ponte Morandi nel mondo? Chi è l’ingegner Morandi? Quali sono i ponte Morandi che rischiano di crollare? Domande che tanti si pongono, alla luce di quanto accaduto a Genova alla vigilia di Ferragosto. Dove le vittime sono salite a 42 dopo il ritrovamento sabato di un’altra famiglia. Una tragedia che suona tristemente come quella della Stazione di Bologna, per due motivi: è accaduta d’agosto e con la concussione dello Stato.

Già perché siamo alle solite. Malgrado il fatto che la rete autostradale italiana sia affidata a privati, che ci guadagnano con lauti utili ogni anno grazie a pedaggi sempre più cari, la manutenzione alla fine latita. “Alla manutenzione l’Italia preferisce l’inaugurazione”. Queste parole Leo Longanesi le scriveva nel lontano 1953, quando il nostro Paese iniziava il boom edilizio post-bellico. Inondando campagne e colline di cemento, realizzando qua e là ecomostri, opere inutili, cubi di cemento, imbruttendo il meraviglioso paesaggio di cui la generosa natura ci aveva fatto dono. Tanto decantata dagli antichi, che al massimo, realizzavano templi e ville a picco sul mare.

Oggi quella frase di quel genio dimenticato rientra tra i suoi aforismi. Ma suona anche come un triste presagio su ciò che è stata l’Italia negli anni a venire. Ma veniamo alle domande iniziali e cerchiamo di capire quali sono i ponte Morandi nel mondo? Chi è l’ingegner Morandi? Quali sono i ponte Morandi che rischiano di crollare?

Riccardo Morandi chi è

riccardo morandi

 

Chi è Riccardo Morandi? Come riporta Wikipedia, Riccardo Morandi (Roma, 1º settembre 1902 – Roma, 25 dicembre 1989) nel 1927 conseguì la laurea in Ingegneria, quindi aprì uno studio professionale. Cominciò col progettare qualche edificio per abitazione e alcuni cinematografi.

Fece studi sulle strutture di calcestruzzo armato precompresso e cercò di mettere a punto un sistema originale italiano di precompressione. Nel 1948 ottenne il primo brevetto sul sistema di precompressione che porta il suo nome. Quindi realizzò varie opere in calcestruzzo armato precompresso (ponti, costruzioni industriali, centrali termoelettriche, ecc.) e al riguardo venne invitato a tenere conferenze presso organismi e centri di ricerca in tutto il mondo.

Nel 1953 diresse i lavori per il rafforzamento di un’ala dell’Arena di Verona mediante l’impiego del suo sistema di precompressione. Nel 1957 vinse il concorso internazionale bandito dal governo del Venezuela per il progetto del ponte General Rafael Urdaneta sul Lago di Maracaibo.

Nel 1961 vinse il concorso internazionale bandito dall’UNESCO per il salvataggio dei templi egizi di Abu Simbel, ma il progetto non fu mai realizzato. Tenne corsi di forma e strutture di ponti presso la Facoltà di Architettura dell’Università di Firenze e nel 1971 divenne research professor presso l’Università statale della Florida. Insegnò Tecnologia dei materiali e Tecnica delle costruzioni presso l’Università degli studi di Roma.

Progettò, fra l’altro, il Ponte Amerigo Vespucci a Firenze, il viadotto Fausto Bisantis a Catanzaro, il viadotto Polcevera dell’Autostrada A10 Genova-Ventimiglia (parzialmente crollato il 14 agosto 2018), il ponte sul Wadi al-Kuf (chiuso al traffico nel 2017 dalle autorità Libiche per deterioramento strutturale) e il ponte intitolato a Giuseppe Capograssi a Sulmona.

Ricevette la laurea honoris causa dalla Facoltà di Ingegneria dell’Università di Monaco di Baviera e dalla Facoltà di Architettura dell’Università di Reggio Calabria. Morì il 25 dicembre 1989.

Morandi fu non solo uno studioso ma anche, come molti altri costruttori della sua epoca, un estimatore del cemento armato, della sua forza, delle possibilità da questo offerte, con in più il pregio dell’economicità. In qualche modo i suoi brevetti mirano quasi al rapporto funzionalista forma – funzione: ottenere ciò che di meglio questo materiale può dare attraverso lo studio non solo di nuove soluzioni tecniche ma anche di nuove strutture spaziali.

In una delle opere più significative, che acquista un rilievo architettonico nell’ambito del razionalismo italiano, il Salone dell’automobile di Torino, si esprime tutta la logica del linguaggio di Morandi. Strutture, mensole, sbalzi, travi, telai in cemento armato sono articolati in forme quasi astratte, che riaffermano una ricerca dell’uso dei materiali, ferro e cemento, in un linguaggio che ne ottimizzi le qualità statiche ed economiche da un lato, e che ne esalti le caratteristiche di espressione architettonica dall’altro. Saggio ha definito le sue strutture come dei “ragni”, un’elaborazione dello spazio che articola un ambiente costruito libero e funzionale alle esigenze dell’uomo.

Le sue strutture in cemento armato sono state rimesse in causa poiché il naturale degrado del calcestruzzo non era mai stato messo in discussione da Morandi, una leggerezza che ha portato al collasso cinquant’anni dopo di alcune di esse. Un esempio al riguardo è il Ponte sul Wadi al-Kuf, realizzato con la stessa tecnica progettuale del viadotto Polcevera (informalmente chiamato “Ponte Morandi”), è stato preventivamente chiuso al traffico il 26 ottobre 2017 da parte del Governo della Libia orientale di Tobruch di Abdullah al-Thani in seguito al suo deterioramento strutturale.

I problemi tecnici accumulati negli anni dal ponte Morandi a Genova, ad esempio, ne fecero persino ipotizzare una demolizione controllata nel 2009, 40 anni dopo la sua costruzione. Negli anni sessanta, periodo in cui il ponte fu realizzato, il tema del degrado del calcestruzzo era poco conosciuto.

Ponte Morandi in Italia

viadotto Morandi Genova foto

Il ponte Bisantis o viadotto sulla Fiumarella, conosciuto anche lui come ponte Morandi, è un ponte ad arco stradale e pedonale, composto da un’unica carreggiata e da 3 corsie, costruito su una sola arcata in calcestruzzo armato, che collega il centro di Catanzaro con la Strada dei Due Mari e con la periferia Nord Ovest della città. Fu realizzato tra il 1959 e il 1962.

Tra gli altri ponti progettati dall’ingegnere romano c’è il Ponte Vespucci, sull’Arno a Firenze, realizzato assieme agli architetti Giorgio Giuseppe Gori, Enzo Gori ed Ernesto Nelli e il ponte intitolato a Giuseppe Capograssi a Sulmona. Tra le opere a firma Morandi figura inoltre il ponte Costanzo, che passa sulla valle del fiume Irminio tra Ragusa e Modica e realizzato tra il 1975 e il 1984.

Ponte Morandi nel Mondo

ponte morandi libia

Porta la firma di Morandi anche il ponte General Rafael Urdaneta sul lago di Maracaibo, in Venezuela, collega Maracaibo con gran parte del resto del Paese. Prende il nome dal generale Rafael Urdaneta, eroe venezuelano nella Guerra d’Indipendenza e venne inaugurato nel 1962. Due anni più tardi alcune parti del ponte crollarono dopo una collisione con la petroliera causando la morte di sette persone.

Uno dei progetti di Morandi è poi il ponte sul Wadi al-Kuf, in Libia, costruito tra il 1965 e il 1971, a 20 km da Beida. L’anno scorso il ponte è stato chiuso alla circolazione di autoveicoli e pedoni in seguito al suo deterioramento strutturale.

Ponte Morandi a rischio in Italia

ponte morandi benevento

Tra le opere di Morandi c’è il viadotto Petrulla, che collega Agrigento e Porto Empedocle e costruito dall’ingegnere nel 1970. Chiuso negli anni scorsi per la messa in sicurezza e poi riaperto con forti restrizioni al traffico veicolare per il degrado dei piloni, nel 2014 era crollata una campata sulla strada statale 626 tra Ravanusa e Licata, ‘spezzandosi a metà per effetto della crisi del sistema di precompressione. Poi l’anno scorso, un caso di ‘ammaloramento’, o degrado, evidente del calcestruzzo aveva portato alla chiusura del viadotto.

“Lungo il viadotto si vedevano le pile forate col calcestruzzo completamente degradato e l’armatura che veniva fuori – ricorda Paolo Clemente, ingegnere strutturista del Dipartimento di sostenibilità dei sistemi produttivi e territoriali dell’Enea -. Eravamo a poche centinaia di metri dal mare quindi la salsedine aveva sicuramente avuto un ruolo importante nel degrado della struttura”, ma è chiaro che lì era mancata la manutenzione.

Il Fatto quotidiano invece riporta che a pochi giorni dal crollo del ponte Morandi di Genova il sindaco di Benevento, Clemente Mastella, ha dato indicazione di chiudere “per motivi precauzionali” il ponte San Nicola progettato dallo stesso ingegnere Riccardo Morandi. L’annuncio ha riacceso l’attenzione sullo stato delle infrastrutture del nostro paese: “Ci saranno dei problemi di traffico e dei sacrifici e me ne dispiace – scrive il primo cittadino su Facebook – Ma la sicurezza dei cittadini, di Benevento e non, è per me e la mia amministrazione un bene primario ed intangibile con qualsiasi altra ragione”.

Una scelta motivata anche dal fatto che negli uffici di Palazzo Mosti, la sede del Comune, non sono state trovate tracce del progetto iniziale. L’opera, progettata nel 1955 per collegare l’area di Capodimonte alla zona alta della città, rientra nelle prime costruzioni edificate seguendo l’idea del telaio precompresso, tecnica diversa da quella utilizzata per il viadotto di Genova. Da allora il ponte, lungo 121 metri, è divenuto sempre più un punto strategico di collegamento tra l’area industriale ed il centro, oltre che di accesso in città dallo svincolo del raccordo autostradale di Benevento.

Le preoccupazioni del sindaco per la incolumità pubblica sono accresciute anche a causa del terremoto che sta interessando il Molise, le cui scosse sono state avvertite, in modo lieve, anche nel Sannio. L’ordinanza di chiusura resterà in vigore fino a quando la commissione tecnica, composta da vari esperti come la professoressa Maria Rosaria Pecce dell’Università degli Studi del Sannio e dal professor Edoardo Cosenza dell’Università di Napoli, non garantirà la sicurezza del ponte, già oggetto di lavori di consolidamento due anni fa in seguito all’alluvione del 2015.

Come riporta Il Fatto quotidiano, c’è un altro Ponte Morandi che desta preoccupazione in Italia, alla luce della tragedia di Genova. E’ quello che collega la città di Sabaudia al mare. La questione era stata sollevata nel 2009. Un anno dopo sulla sua lingua d’asfalto veniva vietato il transito dei veicoli troppo pesanti, quelli superiori alle 3,5 tonnellate, e la velocità massima veniva abbassata a 30 km/h. Tutti gli studi tecnici effettuati negli ultimi anni dicono che il viadotto progettato nel 1963 da Riccardo Morandi ha bisogno di interventi di risanamento. L’ultima relazione del novembre 2017 parla di scarsa manutenzione e “degrado avanzato” delle zattere di fondazione e dei piloni immersi nelle acque del Lago di Paola. Ma a nove anni dal primo allarme, l’unico intervento effettuato è stata la sostituzione di un giunto del costo di 8mila euro.

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