Prese USB pubbliche, quali rischi comporta usarle

DATA ULTIMO AGGIORNAMENTO: 7 Marzo 2020

Diciamoci la verità, soprattutto quando siamo in viaggio e abbiamo spesso l’ansia di ricaricare il nostro smartphone, il nostro tablet o il nostro portatile, soprattutto quando non è nuovissimo e dunque la batteria necessita spesso di ricarica, speriamo che il luogo in cui ci troviamo abbia prese USB pubbliche.

Che sia la stanza dell’Hotel, del B&B o dell’ostello nel quale dormiamo. Che sia il ristorante o il fast food scelto per pranzo. Che sia il bar o la bakery dove abbiamo deciso di fare una sosta per rinfrancarci.

La tecnologia è bella, certo, ma porta con sé anche molti rischi. Sottovalutati da gran parte degli utenti. E le prese USB pubbliche non fanno eccezione. Vediamo quali rischia comporta [sta_anchor id=”usb”]utilizzarle[/sta_anchor].

Prese USB pubbliche quali rischi

prese usb rischi

Come riporta Si viaggia, il pericolo principale di usare prese USB pubbliche è il cosiddetto “juice jacking”. Si tratta di un tipo di attacco informatico compiuto proprio attraverso le porte USB, mediante il quale i cyber criminali possono danneggiare il nostro smartphone (o qualunque altro dispositivo messo a caricare) o rubarci delle informazioni personali. Utili per individuare le password dei nostri account, inclusa quella della nostra banca, ad esempio. Ormai letteralmente a portata di mano tramite le app.

Questo succede perché i cavi utilizzati per la ricarica sono abilitati anche al trasferimento dati: ad un hacker sarà così sufficiente manomettere la porta d’ingresso per avere libero accesso ai device che vi si connetteranno.

La minaccia può arrivare da prese USB contaminate o da cavetti infetti “dimenticati” proprio in una stazione di ricarica. Dovreste quindi evitare di utilizzare qualcosa che non vi appartiene, della cui sicurezza non potete avere certezze.

Prese USB pubbliche rischi: quale rimedio?

prese usb foto

Delle alternative alle prese Usb pubbliche per fortuna ci sono. La prima sono i cosiddetti power bank, autentiche carica batterie portatili, con più prese. Così che possano andare bene per iPhone, per smartphone Android e per ricaricare il power bank stesso.

In commercio ce ne sono di più prezzi, si parte da un minimo di 7 euro a quelli che costano oltre 20 euro. Dipende dalla marca e da quante ricariche permette di fare caricato una volta.

La seconda alternativa sono i classici caricabatterie da parete: basta una presa di corrente (ormai disponibile pressoché ovunque) per tornare ad avere piena carica sul proprio device mobile.

Se proprio non volete rinunciare alle prese USB pubbliche, anche perché magari non avete con voi la spina all’estremità del cavo, allora accertatevi che il vostro cavetto non sia abilitato al trasferimento dati, ma solo utilizzabile per ricaricare i device. In questo modo eviterete che qualche hacker possa arrivare alle vostre informazioni personali.

Oppure, potete dotarvi di un dispositivo chiamato Condom USB, che come si evince dal nome protegge da “virus” i vostri device connessi a prese pubbliche. Tra i tanti gadget oggi in commercio, questo è davvero utile e immancabile per chi viaggia molto.

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