Regionali 2020 candidati: centrodestra punta sull’usato garantito, anche perdente

Le elezioni regionali 2020 si dovrebbero tenere il prossimo settembre. Un periodo che ricade tra la fine dell’estate e prima della possibile “seconda ondata“. Che Governo ed esperti che con esso collaborano, stanno già paventando da tempo.

Un periodo che però fa anche storcere il naso a qualcuno, in quanto poi costringerebbe le scuole a chiudere di nuovo dopo la faticosa riapertura. E’ di questa idea per esempio Vincenzo De Luca, Governatore uscente della Campania.

Il quale avrebbe voluto andare al voto già a luglio. Ma probabilmente, anche per andare subito all’incasso, godendo della popolarità a suon di sketch e denaro elargito (apparso peraltro magicamente, alla luce della situazione delle casse campane) proprio durante e dopo l’emergenza Coronavirus.

Intanto, il centrodestra ieri ha ufficializzato i suoi nomi. Puntando sull’usato garantito. Ma alcuni nomi hanno fatto registrare già sconfitte in passato.

Ecco chi sono i candidati del centrodestra alle prossime elezioni regionali 2020.

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Vediamo tutti i candidati del centrodestra.

Partiamo proprio dalla Campania, dove il centrodestra candida per la terza volta Stefano Caldoro, in quota Forza Italia.

Tra Caldoro e De Luca si tratta di “una bella“. Visto che nel 2010 vinse il primo, mentre nel 2015 vinse il secondo. Tuttavia, per Stefano Caldoro si tratta di una vera e propria impresa. Infatti, la situazione è ben diversa rispetto a quando vinse 10 anni fa.

Forza Italia ha numeri nettamente inferiori, come del resto in quasi tutto il territorio nazionale. Mentre De Luca gode di maggiore popolarità, rispetto al 2010 quando era forte soprattutto a Salerno. Oltretutto, potrà contare su alcune vecchie glorie campane ever green come De Mita e Mastella. I quali gli garantiranno buona parte dei voti provenienti da Benevento ed Avellino.

A Caldoro resterebbe soprattutto il casertano, anche se la situazione anche qui è molto cambiata. Essendo venuto meno un personaggio potente quale Nicola Cosentino.

In Campania, dunque, il centrodestra non è riuscito a partorire un candidato diverso. Che avrebbe potuto portare nuovo entusiasmo nella coalizione. Certo, rispetto al 2010 e al 2015, c’è una Lega che in Campania attira più voti grazie al lavoro di Salvini. Ma difficilmente ciò potrebbe bastare. L’astio provato verso il leader del Carroccio, soprattutto a Napoli e provincia, è ancora troppo elevato.

I Cinquestelle puntano di nuovo invece su Valeria Ciarrambino. de Magistris ha ribadito che non si candiderà.

Situazione ancora peggiore in Puglia, dove ad essere candidato sarà addirittura Raffaele Fitto. In questo caso, più che usato garantito, parliamo proprio di antiquariato.

Figlio d’arte, è stato Governatore della Puglia dal 2000 al 2005. Anno in cui Nichi Vendola riuscì a spezzare il dominio storico del centrodestra in quella meravigliosa regione, che l’ha fatto sprofondare nell’arretratezza economica e culturale. La Puglia oggi è altra cosa. Ma chissà se i pugliesi se ne ricorderanno.

Fitto poi divenne Ministro per gli affari regionali, poi è uscito dal Pdl ormai imploso e ha vagato sempre in seno al centrodestra. Aderendo a progetti altrui o creandone di propri. Alla fine è naufragato in Fratelli d’Italia, facendosi eleggere alle ultime europee.

Anche in questo caso, la scelta è dettata probabilmente dalla scarsità di alternative. Difficilmente Emiliano del centrosinistra, governatore uscente, avrà problemi.

Confermati poi i governatori uscenti di Liguria e Veneto: Giovanni Toti e Luca Zaia. Il primo, capace di spezzare lo storico dominio della sinistra in Liguria 5 anni fa e che tutto sommato si è distinto per il buon governo. Anche in occasione della tragedia del ponte Morandi. Mentre Zaia si è distinto nella gestione del Coronavirus, contrariamente a quanto fatto rispetto al vicino collega lombardo.

Anche nelle Marche si va sull’usato, con Francesco Acqueroli. Già sconfitto nel 2015, sebbene fosse sostenuto solo da Fratelli d’Italia e Lega. Ora viene appoggiato da tutta la coalizione.

In Toscana, invece, Salvini incassa la candidatura di una sua pasionaria: Susanna Ceccardi. Eletta sindaca di Cascina nel 2016 ed eurodeputata lo scorso anno.

La Ceccardi si è spesso distinta per posizioni estremiste su vari temi, oltre che qualche gaffe sui Social. La Lega prova dunque di nuovo a sfondare in una regione rossa con una donna, dopo quanto provato in Emilia Romagna lo scorso gennaio con Lucia Borgonzoni.

Dunque, il centrodestra trova la quadra, con giusto 2 candidati per partito. Ma non riesce a rinnovarsi. Del resto Forza Italia non è mai riuscita a fare a meno dell’ottantenne Berlusconi. Mentre Meloni e Salvini sono solo apparentemente nuovi, dato che fanno politica da metà anni ’90.

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