Rothschild, chi sono i banchieri che governano l’Europa da 3 secoli

Quando parli di certe famiglie, ti suona nella mente la sigla di Dynasty. Serie tv americana trasmessa dal 1982 al 1991. In Italia fu trasmessa inizialmente da Retequattro poi da canale 5.

Penso, per esempio, ai Rockefeller, di cui ho parlato lungamente qui.

In questo articolo, invece, mi occuperò di un’altra famiglia. Alla quale pure sono attribuite molte storture di questo Mondo. Vecchie e nuove. Con la differenza che se i Rockefeller sono americani, i suoi componenti sono europei.

Parlo dei Rothschild, famiglia con vari ceppi e intrecci. Che starebbe dietro diversi eventi della storia moderna e contemporanea. Anche italiani.

Ecco dunque chi sono i Rothschild, come si sono arricchiti e quali eventi avrebbero influenzato.

Rothschild chi sono

Rothschild chi sono

Come riporta Investopedia, i Rothschild sono una famiglia originaria della Germania. Che ha fondato istituti bancari e finanziari in Europa a partire dal XVIII secolo.

Pionieri nella fornitura di capitali per progetti di infrastrutture commerciali e finanziarie, come le ferrovie e il canale di Suez, i Rothschild hanno modellato il modo in cui oggi funziona il mondo internazionale dell’alta finanza.

L’impero Rothschild ebbe la sua genesi durante gli anni 1760 quando Mayer Amschel Rothschild (1744-1812) fondò un’attività bancaria nella sua nativa Francoforte, nel ducato tedesco dell’Assia. Nel tempo, e con l’aiuto dei suoi cinque figli, l’azienda di famiglia si espanse in diversi paesi europei

L’impero della famiglia iniziò nel 1760 quando Mayer Amschel Rothschild fondò un’attività bancaria a Francoforte, in Germania.

Il suo terzo figlio, Nathan, ha ottenuto il massimo successo, assumendo il ruolo di leader nella pioneristica finanza internazionale.

La famiglia di Nathan continuò i suoi sforzi filantropici nella comunità ebraica e li espanse in seguito ad altre popolazioni a Parigi e Londra.

Rothschild origini

Rothschild storia

L’impero dei Rothschild ebbe umili origini. Il suo fondatore, Mayer Amschel Rothschild, nacque nel 1744 e cresciuto nel ghetto ebraico di Francoforte. Durante quell’era, agli ebrei era legalmente richiesto di vivere in piccole comunità separate dai cristiani. Inoltre, non è stato loro permesso di lasciare i loro villaggi di notte, la domenica o nei giorni festivi cristiani

Da bambino, Rothschild ha imparato a conoscere il mondo degli affari in tenera età. Suo padre, Amschel Moses Rothschild, commerciava monete e altre merci per vivere. Uno dei clienti di Amschel Rothschild era il principe ereditario Wilhelm di Assia.

Mayer Rothschild divenne orfano all’età di 12 anni quando sua madre e suo padre morirono in un’epidemia di vaiolo. Poco dopo il suo tredicesimo compleanno, decise di fare un apprendistato presso una società bancaria ad Hannover, in Germania. Durante la sua permanenza lì, Rothschild apprese i dettagli del settore bancario e del commercio estero dai banchieri che usarono le loro estese connessioni e capacità finanziarie per consigliare e servire la nobiltà regnante. Alcuni di questi banchieri erano saliti allo status di quelli che erano noti come “ebrei di corte” o fattori giudiziari

Rothschild tornò nella sua città natale a Francoforte quando compì 19 anni. Insieme ai suoi fratelli, continuò le attività commerciali e di scambio di denaro avviate da loro padre e vendette anche monete rare. Attraverso la sua rara attività monetaria, Rothschild incontrò il principe ereditario Wilhelm, che nel 1785 divenne Wilhelm IX, Landgrave di Assia-Kassel, e infine l’uomo più ricco del continente europeo.

Rothschild presto fornì altri servizi bancari a Wilhelm e ad alcuni nobili, e nel 1769 gli fu conferito il titolo di fattore di corte. Nel 1770, si sposò e continuò ad avere 10 figli (cinque maschi e cinque femmine).

Nel 1817, l’imperatore austriaco Francesco I postume nobilitò Mayer Amschel Rothschild.

Come i Rothschild hanno aumentato proprio potere

Rothschild biografia

L’impero bancario Rothschild ha beneficiato enormemente della rivoluzione francese. Durante la guerra, Rothschild ha facilitato le transazioni monetarie per i soldati mercenari dell’Assia.

Più o meno nello stesso periodo, Rothschild mandò i suoi figli a vivere nelle capitali di vari paesi europei con l’obiettivo di fondare attività bancarie a Napoli, Vienna, Parigi e Londra, oltre a Francoforte. Con i figli di Mayer Rothschild sparsi in tutta Europa, le cinque filiali collegate sono diventate, in effetti, la prima banca a trascendere i confini. I prestiti ai governi per finanziare operazioni di guerra nel corso di diversi secoli hanno offerto alla famiglia Rothschild ampie opportunità di accumulare obbligazioni e creare ulteriore ricchezza in una vasta gamma di settori diversi.

Prima di morire nel 1812, Mayer Rothschild lasciò regole rigide per i suoi discendenti su come avrebbero dovuto gestire le finanze della famiglia. Voleva mantenere la fortuna all’interno della famiglia e, come tale, incoraggiava l’organizzazione di matrimoni tra parenti.

Secondo un articolo pubblicato nel numero di agosto 2003 della rivista Discover intitolato “Go Ahead, Kiss Your Cousin”, il sindaco Amschel Rothschild organizzò i suoi affari in modo che i matrimoni tra cugini tra i suoi discendenti fossero inevitabili.

La sua volontà vietò alle discendenti femminili qualsiasi eredità diretta. Senza un’eredità, le donne Rothschild avevano pochi possibili coniugi della stessa religione e adatta statura economica e sociale, ad eccezione di altri Rothschild. Le spose Rothschild legarono insieme la famiglia. Quattro nipoti di Mayer sposarono i nipoti e uno sposò suo zio. Queste erano appena persone la cui scelta di compagni era limitata dalla distanza che potevano percorrere nel loro giorno libero.

Dei quattro Rothschild che si avventurarono fuori, il terzo figlio Nathan (1777–1836) ottenne il maggior successo. Nathan ha assunto il ruolo guida nel pioniere della finanza internazionale

Nathan si trasferì in Inghilterra nel 1798. Lì fondò un’azienda di tessili con £ 20.000 di capitale circolante, l’equivalente di £ 2 milioni oggi.10 Alla fine fondò una banca, che divenne NM Rothschild & Sons Ltd.11 Sebbene posseduta privatamente e ancora controllata dalla famiglia Rothschild, NM Rothschild & Sons Ltd. ha registrato un utile netto di £ 51.558 milioni nel 2015.12

Come le altre banche Rothschild che sono state successivamente istituite in tutta Europa, N M Rothschild & Sons Ltd. ha fornito credito al governo durante i periodi di guerra e crisi. Durante le guerre napoleoniche, ad esempio, ha gestito e finanziato vari sussidi che il governo britannico ha inviato ai suoi diversi alleati e ha prestato fondi per pagare le truppe britanniche, finanziando quasi da solo lo sforzo bellico britannico.

Nel 1824, insieme a Moses Montefiore fondò la Alliance Assurance Company, che oggi prosegue le sue attività come RSA Insurance Group. Nathan ottenne anche i diritti per le miniere Almadén dal governo spagnolo nel 1835, assicurando un monopolio europeo sul mercurio, che fu usato per perfezionare oro e argento.

La fornitura della sostanza chimica tornò utile nel 1850 quando N M Rothschild & Sons iniziò a commerciare oro e argento per conto della Bank of England e la Royal Mint.

La strategia dei Rothschild

I Rothschild e la filantropia

Rothschild capitale

Come tutte le famiglie capitaliste, anche questa non ha disdegnato la filantropia. Come forma di business più “sociale” e per ripulirsi la faccia da accuse di avidità e affari loschi.

Nathan ha contribuito a molte aree della filantropia nella comunità ebraica. La sua famiglia ha successivamente esteso questi sforzi di beneficenza ad altre popolazioni di Parigi e Londra. I suoi primi sforzi andarono verso le sinagoghe a Londra. Ha continuato a sostenere questo lavoro, che alla fine ha portato alla formazione della Sinagoga unita, un’organizzazione più grande che ha contribuito a semplificare le cause delle sinagoghe individuali più piccole.

Più tardi, vari membri della famiglia hanno sostenuto la creazione di Israele e hanno contribuito alla costruzione di edifici governativi.

Rothschild ebbe sette figli con sua moglie, Hannah Barent Cohen. Quei bambini hanno seguito e costruito sulla tradizione filantropica della loro famiglia. L’archivio Rothschild riporta che la figlia minore di Nathan, Louise, e le sue sette figlie si assunsero la responsabilità di molte delle 30 fondazioni caritatevoli Rothschild a Francoforte.

Queste fondazioni includevano biblioteche pubbliche, orfanotrofi, ospedali, case per anziani e fondi speciali assegnati a fini educativi.

La scuola libera degli ebrei a Londra, in particolare, ha ricevuto un ampio sostegno finanziario. Gli sforzi educativi in Austria, Francia e Israele furono anche resi possibili dalla generosità dei Rothschild. Oltre ai fondi destinati all’istruzione, la famiglia ha fornito circa 60.000 opere d’arte a numerose organizzazioni.

La famiglia Rothschild ha ampliato la creazione di alloggi sociali nelle città di Londra e Parigi e la Fondazione Rothschild è stata creata per promuovere questi sforzi.

Alcuni eventi avversi tra la seconda metà ‘800 e fine ‘900

telegrafo foto

Il cambiamento interno ed esterno – comprese guerre mondiali, politica e rivalità familiari – ha ridotto la fortuna della famiglia nei successivi 100 anni.

La filiale della banca di Napoli fu chiusa nel 1863 e la mancanza di eredi maschi portò alla chiusura della filiale di Francoforte nel 1901. La filiale di Vienna fu chiusa nel 1938 dopo che i nazisti invasero l’Austria e gli ebrei furono messi in pericolo nel periodo precedente Seconda guerra mondiale.

Il governo di Vichy in Francia espropriò le proprietà di Rothschild Bordeaux durante la guerra, e i nazisti confiscarono milioni di dollari di arte e altri oggetti preziosi dal ramo austriaco della famiglia (una parte di questi furono restituiti dal governo austriaco nel 1998).

Nel corso degli anni, le sontuose tenute Rothschild furono gradualmente donate ai governi britannico e francese e ad altre organizzazioni e università.

Negli anni ’70 rimasero tre banche Rothschild: le filiali di Londra e Parigi e una banca svizzera fondata dal barone Edmond Adolphe de Rothschild (1926–1997). Nel 1982, il governo socialista del presidente Francois Mitterrand diede un duro colpo alla banca parigina, nazionalizzandolo e rinominandolo Compagnie Européenne de Banque.

Nonostante la sua indipendenza – e il risentimento per essere stato chiamato “le petit Edmond” (un riferimento alla sua piccola statura tra i Rothschild generalmente alti) – Edmond venne in aiuto di suo cugino, il barone David René de Rothschild (1942), che rimase a Parigi e nel 1987 ha creato Rothschild & Cie Banque.

Tuttavia, già nel 1851 Jacob Rothschild si lamenta che con l’invenzione del telegrafo “chiunque ha accesso alle notizie“, una merce che fino a quel momento la sua famiglia aveva quasi completamente monopolizzato.

Rothschild oggi

Rothschild jacob foto

Ma chi ha il senso degli affari che gli scorre nelle vene, non si perde di animo.

David lo ha rapidamente trasformato nella seconda banca mercantile più grande della Francia. Nel 2003, le banche britanniche e francesi si unirono con David come presidente. Nel 2008, tutte le partecipazioni sono state riorganizzate in un’unica società, azionista di Paris Orléans con sede in Francia, unificando le attività familiari a circa due secoli dopo la diffusione dei cinque figli di Mayer Rothschild in Europa.

La ricchezza della famiglia è stata divisa tra molti discendenti ed eredi nel corso degli anni. Oggi, le partecipazioni Rothschild coprono una serie di settori, tra cui servizi finanziari, immobili, miniere, energia e lavoro di beneficenza. La famiglia possiede anche più di una dozzina di cantine in Nord America, Europa, Sud America, Sud Africa e Australia.

Tradizionalmente, la fortuna Rothschild investe in società strettamente controllate. Oggi, le società Rothschild ha continuato a vedere il successo. La maggior parte dei membri della famiglia è impiegata direttamente da queste società o investita in operazioni che generano ricchezza familiare. Il notevole successo della famiglia è stato in gran parte dovuto a un forte interesse per la cooperazione, essendo imprenditori e alla pratica di principi aziendali intelligenti.

La tenuta di Nathan Rothschild era intimamente legata alle altre fortune della famiglia e divenne parte della ricchezza collettiva che ogni Rothschild passò alla generazione successiva. I discendenti di Rothschild continuano a finanziare operazioni commerciali globali e contribuiscono a iniziative accademiche, umanitarie, culturali e commerciali.

Il motto storico della famiglia è “Armonia, Integrità, Industria”.

Simbolo famiglia Rothschild

Rothschild simbolo

Come riporta l’Agenzia AGI, nel 1743, Amschel Moses Bauer, fonda nella Jugengasse una ditta di contabilità.

Sull’entrata del negozio colloca un’insegna con un’aquila romana su uno scudo rosso, che diventa l’emblema, oggi diremmo il logo, dei Bauer. Una famiglia che è tutt’uno con la sua attività: la ditta dallo Scudo Rosso, in tedesco Rothschild.

Lo stemma Rothschild contiene un pugno chiuso con cinque frecce che simboleggiano le cinque dinastie stabilite dai cinque figli di Mayer Rothschild, in un riferimento al Salmo 127: “Come frecce nelle mani di un guerriero“.

Nasce così il nome della dinastia di banchieri più famosa e potente del mondo.

Eventi storici collegati ai Rothschild

Di eventi e congetture legate a questa famiglia ce ne sono a iosa. Di seguito riporto alcuni tra i più rilevanti.

Rothschild dietro Unità d’Italia

Partiamo proprio dall’evento che ci riguarda più da vicino. L’evento madre, che ha portato alla nascita dell’Italia unita.

Come riporta Scenari economici, la materia prima per realizzare l’unità d’Italia fu qualcosa di molto più veniale degli epici valori risorgimentali: i soldi.

Tanti soldi, necessari a finanziare le campagne militari, per corrompere gli ufficiali degli stati da sottomettere e per assicurarsi il sostegno politico delle persone che contavano negli stati da annettere mediante i famosi “plebisciti”.

Dietro a questi finanziamenti c’erano infatti delle banche, che avevano l’obiettivo di fare grandi affari dall’acquisizione di altri territori, con relative banche e con tutta la ricchezza prodotta dalla popolazione sottomessa al sistema.

Lo schema di azione delle banche era piuttosto semplice:

1) finanziare le attività militari e le opere pubbliche del regno di turno

2) indebitare il regno di turno, rinnovando sistematicamente il credito

3) il regno rimborsa i soli interessi sul debito, mentre la quota capitale viene ri-prestata al re, dietro particolari condizioni di ulteriori vantagi concessi ai banchieri

4) il pagamento degli interessi è garantito dalle tasse pagate dai sudditi del regno e costituisce la rendita permanente e sicura dei banchieri

5) il finanziamento di iniziative militari (o di altro genere, tipo i plebisciti) consente di aumentare i territori ed i cittadini sottomessi allo schema di azione.

Cavour fu effettivamente il “regista politico” che curò i rapporti fra il Regno di Sardegna e le banche, alimentando in denaro (con relkativo accumulo di debiti) le varie iniziative politico-militari che portarono all’unificazione italiana.

Negli anni successivi alle guerre napoleoniche l’Italia era nota negli ambienti della City di Londra come “La Terra dei Rothschild“.

Tre dei figli di Mayer Amschel Rothschild (1744-1812), il fondatore della nota dinastia di banchieri, erano i finanziatori “ufficiali” dei principali stati del territorio italiano.

Il Regno Lombardo-Veneto, con Milano, Venezia e Trieste, era sottomesso all’Imperatore d’Austria Francesco Giuseppe, il cui principale finanziatore era il barone Salomon Mayer von Rothschild (1774-1855).

Suo fratello, il barone James Mayer von Rothschild (1792-1868) era il finanziatore principale del Granducato di Toscana.

Un altro fratello, il barone Calmann (Carl) Mayer von Rothschild (1788-1855), era il banchiere dei Borboni ed aveva carta bianca nel Regno delle Due Sicilie. E fu in seguito il fondatore dei Rothschild in Francia.

Il fratello maggiore della famiglia, Amschel Mayer von Rothschild (1773-1859) restò nella città di origine, Francoforte sul Meno, e si occupò di sviluppare gli affari in Germania, applicando lo stesso schema di azione all’unificazione tedesca.

Anche il Regno di Sardegna aveva contratto prestiti dalla famiglia Rothschild, ma non in modo esclusivo.

Cavour era un politico intelligente ed aveva capito che non avrebbe mai avuto il sostegno finanziario della famiglia Rothschild per annettere al Regno di Sardegna territori che erano già sotto il loro controllo finanziario.

Un primo personaggio interessante della storia finanziaria del Risorgimento fu Carlo Bombrini (1804-1882), genovese, amico di gioventù di Giuseppe Mazzini.

Bombrini era un banchiere particolarmente capace. Insieme al banchiere Bartolomeo Parodi costituì nel 1846 la Banca di Genova, una “banca nostrana”, che ottenne le “regie patenti” e che consentì a Bombrini di diventare amico personale di Cavour.

Nel 1847 i genovesi finanziarono la nascita della Banca di Torino, la quale fu poi fusa con la Banca di Genova per costituire nel 1849 la Banca Nazionale degli Stati Sardi. Una banca privata al servizio del Regno di Sardegna, che in qualche modo imitava in modo “nostrano” lo schema di potere dei Rothschild.

L’amicizia con Cavour proseguì fino al 1861, anno della morte del politico, quando la banca fu ridenominata Banca Nazionale del Regno d’Italia. Bombrini ne fu direttore fino alla sua morte nel 1882. La Banca Nazionale degli Stati Sardi si trasformò, dopo avere inglobato nel corso degli anni diverse banche locali, nella Banca d’Italia, costituita nel 1893.

In parallelo a questa storia bancaria ci sono i finanziamenti alla sfortunata Prima Guerra d’Indipendenza (1848-1849). i finanziamenti alla Seconda Guerra d’Indipendenza (1859) ed i finanziamenti della Terza Guerra d’Indipendenza (1866).

Ma ci sono anche i molti provvedimenti di stretta collaborazione fra la politica e Bombrini relativamente all’imposizione del costo forzoso, ovvero di emissioni di denaro non vincolate, per legge, alle riserve d’oro. Ad esempio nel Regio Decreto n. 2873 del 01.05.1866 la Banca Nazionale del Regno d’Italia fu obbligata a concedere un prestito allo Stato di 250 milioni al tasso dell’1,5%, chiedendo in cambio il riconoscimento del costo forzoso delle banconote emesse dalla banca stessa. Il tutto per finanziare la guerra contro l’Austria.

La madre di Cavour proveniva dalla famiglia De Sellon, una ricca famiglia di Ginevra, i cui beni erano amministrati dai De La Rüe, famiglia originaria delle Fiandre, che svolgeva attività finanziarie sulla piazza di Ginevra.

Cavour era quindi divenuto amico del banchiere svizzere Emile De La Rüe, che inviò per conto del re di Sardegna Vittorio Emanuele II in spedizione alla City, per prendere contatto con il banchieri emergente barone Carl Joachim Hambro (1807-1877), di origine danese.

Lo scopo era di convincerlo a concedere un prestito al Regno di Sardegna per quattro milioni di sterline. L’iniziativa ebbe successo e portò allînstaurazione di un rapporto stabile fra il Regno di Sardegna e la banca Hambro.

Precedentemente altre iniziative non avevano avuto lo stesso successo, ottenendo il rifiuto dei banchieri Baring Brothers “Nella City nessuno osa sfidare i Rothschild”.

Carl Joachim Hambro era una persona coraggiosa e trovò affascinante l’idea di sfidare i Rothschild in Italia, supportando i Savoia e puntando a sottrarre ai banchieri tedeschi territori e banche locali, secondo il noto schema di azione delle banche che finanziavano gli stati.

Hambro sottoscrisse il 10% del prestito ed emise obbligazioni all’85% del valore nominale.

L’iniziativa però non andò subito a buon fine, in quanto i Rothschild bloccarono l’emissione di obbligazioni Regno di Sardegna sul mercato finanziario di Amsterdam e di Bruxelles. Ci fu un rapido crollo delle quotazioni, tuttavia Hambro decise di affrontare il rischio e di attendere la risalita delle quotazioni, fino che fu superato il valore iniziale di emissione, garantendo il buon fine dell’operazione.

Re Vittorio Emanuele premiò Carl Joachim Hambro con la concessione del titolo di caveliere dell’Ordine di San Maurizio.

Cavour non era così potente da controllare tutto lo scacchiere italiano. C’erano sempre gli interessi dei Rotschild in Veneto e nel Regno delle Due Sicilie.

A questi si aggiungevano gli interessi geopolitici degli Inglesi nel Mediterraneo, in vista dell’apertura del Canale di Suez (costruito fra il 1859 e il 1869) e le mire della massonerie inglese per distruggere lo Stato della Chiesa e il “cattolicissimo” alleato re delle Due Sicilie.

Fatto sta che furono fatti pervenire a Garibaldi ingenti finanziamenti, nonché un supporto militare esterno degli inglesi, per portare a buon fine la Campagna dei Mille.

I Savoia fecero buon viso a cattivo gioco, avendo tutti gli interessi ad impadronirsi delle casse del regno borbonico per ridurre l’esposizione debitoria delle banche di cui sopra.

Cavour dovette pragmaticamente prendere atto della situazione. E morì prematuramente, a soli 51 anni.

Secondo lo storico Giovanni Fasanella, da documenti storici emergerebbero prove di un assassinio di Cavour da parte dei massoni inglesi o da parte dei Rothschild, che tanto potere avevano nella City di Londra.

La “guida finanziaria” dell’unificazione dell’Italia portò ad assoggettare l’intero paese allo “schema di azione delle banche”.

La contrazione di un “debito del regno” nei confronti dei banchieri, finalizzato a finanziare l’unità d’Italia, portò alla nascita del debito pubblico, generato quasi sempre da prestiti in banconote emesse dalle banche stesse, spesso con minime coperture “legali” in oro.

I banchieri del XIX era in realtà degli abili prestigiatori della finanza, i quali insinuarono nello stato sabaudo, poi divenuto Regno d’Italia, i meccanismi di “moltiplicazione” del denaro, di cui il re aveva bisogno per ampliare le sue conquiste territoriali.

Le banche private diventarono così fondamentali per il funzionamento dello stato, da trasformare l’iniziale debito privato del re in un debito pubblico di tutti i cittadini ed al punto da trasformare un insieme di banche private nella Banca Nazionale del Regno d’Italia e poi nella successiva Banca d’Italia, parte integrante delle istituzioni pubbliche.

Il tutto garantendo costantemente le rendite ai banchieri ed ai loro ambienti, ora non più fornitori esterni, ma divenuti direttamente dei funzionari pubblici.

Le rendite erano costituite, come sempre, dagli interessi sul debito pubblico, denaro investito in gran parte da professionisti del mondo della finanza, con una rendita certa e garantita dal pagamento delle tasse da parte dei normali cittadini e dal loro lavoro.

Infatti anche quando il pagamento degli interessi era garantito dalla stampa di nuovo denaro, i rentiers lo potevano spendere per acquistare “gratuitamente” beni e servizi sul mercato, mentre tutti gli altri “normali cittadini” per avere del denaro dovevano lavorare per guadagnarlo.

Chi controllava la banca centrale, inoltre, aveva anche il potere di indirizzare l’economia del paese in una certa direzione.

La Banca d’Italia dal 1893 ad oggi ha passato vicende alterne, momenti di maggiore “indipendenza” dal governo, in cui poteva maggiormente curare gli interessi dei rentiers e momenti di maggiore “dipendenza” dal governo, in particolare durante il ventennio fascista, dove fu usata come strumento di controllo sul sistema bancario e sull’economia del paese, in particolare con la Legge Bancaria del 1936, con cui la Banca d’Italia diventò un istituto di diritto pubblico e di proprietà pubblica.

Sotto tale status la banca centrale italiana continuò ad operare in concertazione con i vari governi anche nel secondo dopoguerra, fino al famoso “divorzio” del 1981 fra Tesoro e Banca d’Italia, che rese la banca centrale nuovamente “indipendente” dalla politica e quindi libera di curare maggiormente gli interessi degli investitori finanziari.

Le ultime riforme significative sono state la riforma del Testo Unico Bancario del 1993, che ha ulteriormente liberalizzato il sistema bancario-finanziario e che ha sancito l’ingresso della Banca d’Italia nel Sistema Europeo delle Bance Centrali (SEBC).

Guerre napoleoniche

napoleone

Come riporta Wikipedia, i Rothschild possedevano già un patrimonio molto significativo prima dell’inizio delle guerre napoleoniche (1803–1815), e la famiglia aveva ottenuto preminenza nel commercio dei lingotti in metalli preziosi (a valore monetario) per le banche nazionali, da questo periodo.

Da Londra nel 1813 al 1815, Nathan Mayer Rothschild fu determinante quasi da solo nel finanziare gli sforzi bellici britannici, finanziando la spedizione di lingotti agli eserciti del Duca di Wellington attraverso l’Europa, così come nell’organizzare il pagamento di contributi finanziari britannici ai loro alleati continentali. Nel 1815 da soli, i Rothschild fornirono 9,8 milioni di sterline (in valuta del 1815, pari a circa 566 milioni di sterline di oggi utilizzando l’indice dei prezzi al consumo, e a 6,58 miliardi di sterline utilizzando le retribuzioni medie) in prestiti per sovvenzionare gli alleati continentali della Gran Bretagna.

Una delle dimore cittadine più piccole, Vienna. Una collezione di palazzi viennesi di gran lunga più grandi note come Palais Rothschild furono abbattute durante la seconda guerra mondiale.

I fratelli contribuirono a coordinare le attività dei Rothschild in tutto il continente, e la famiglia sviluppò una rete di agenti, spedizionieri e corrieri per il trasporto di oro, attraverso l’Europa distrutta dalla guerra. La rete della famiglia aveva inoltre il compito di fornire ripetutamente a Nathan Rothschild informazioni politiche e finanziarie davanti ai suoi colleghi, dandogli un vantaggio nei mercati ed ancora rendendo la casata Rothschild più indispensabile al governo britannico.

In un caso, la rete della famiglia permise a Nathan di ricevere a Londra la notizia della vittoria di Wellington nella Battaglia di Waterloo un giorno intero prima dei messaggeri ufficiali del governo.

La prima preoccupazione di Rothschild in questa occasione non era rivolta alle vantaggiose possibilità finanziarie sul mercato che la notizia avrebbe dato; invece lui ed il suo corriere portarono immediatamente le notizie al governo.

Furono riferite poi in resoconti popolari, come quello di Morton.

La base per la mossa proficua più redditizia dei Rothschild fu fatta ben dopo che la notizia della vittoria britannica era stata resa pubblica. Nathan Rothschild calcolò che la futura riduzione dell’indebitamento pubblico prodotta dalla cessazione del conflitto avrebbe creato una risalita (rimbalzo) del valore dei titoli di Stato inglesi dopo una stabilizzazione di circa due anni, per finalizzare la ristrutturazione postbellica dell’economia nazionale.

In quello che è stato descritto come una delle mosse più audaci della storia finanziaria, Nathan acquistò in modo massiccio nel mercato dei titoli di Stato, per quello che al momento sembrava un prezzo troppo alto, quindi aspettò due anni, poi vendendo i titoli sulla cresta dei momentanei rialzi (“brevi rimbalzate”) sul mercato nel 1817 con un profitto del 40%. Data la potenza pura della leva finanziaria che la famiglia Rothschild ebbe a sua disposizione, questo profitto fu una somma enorme.

Nathan Mayer Rothschild inizialmente iniziò la sua attività a Manchester in Inghilterra nel 1806, e gradualmente si trasferì a Londra, dove nel 1809 acquistò la sede presso il 2 New Court in St. Swithin’s Lane, City of London, dove è ancora presente attualmente; fondò la N M Rothschild & Sons nel 1811. Nel 1818 dispose un prestito di cinque milioni di sterline al governo prussiano, mentre il rilascio di obbligazioni per il prestito di governo costituì un pilastro delle attività della sua banca. Ottenne una posizione di tale potere nella City of London che dal 1825-6 era in grado di fornire moneta sufficiente alla Banca d’Inghilterra per poter evitare una crisi di liquidità del mercato.

Lo schiavismo

george floyd

Come riporta Storia in rete, scartabellando i fogli color seppia con nome e prezzo dei «negri» compilati a mano dai tanto scrupolosi quanto privi di scrupoli mercanti di schiavi delle ex colonie britanniche, Nick Draper – ex banchiere passato dalla JP Morgan all’University College – si e’ imbattutto nel contratto T71/122, un atto d’acquisto del valore di 3.000 sterline firmato nientepopodimenoche da Nathan Mayer Rothschild. Patriarca della leggendaria dinastia tedesca finanziatrice, tra l’altro, del duca di Wellington nella battaglia di Waterloo, ma soprattutto paladina dei diritti civili e della campagna per l’abolizione della schiavitu’.

Della vicenda, rivelata ieri dal quotidiano britannico Financial Times, non c’e’ nessuna menzione nelle dettagliate biografie dei Rothschild ne’ in quelle altrettanto voluminose dei Freshfields, uno dei principali studi legali internazionali e fiore all’occhiello della City, il cui fondatore, sir James William, risulta ora fosse dedito allo stesso bieco commercio di Nathan Mayer. Ma carta canta.

E quella ingiallita degli Archivi Nazionali, osserva lo storico Niall Ferguson, autore del saggio «The World’s Banker: The History of the House of Rothschild», dimostra quanto la tratta di essseri umani fosse «parte integrante dell’economia britannica del 1830». Sebbene la storia del traffico degli schiavi sia stata parzialmente scritta grazie a rivelazioni come questa e successive complicate compensazioni, resta un tema caldo negli Stati Uniti dove la memoria del commercio degli esseri umani importato dagli inglesi nel XVIII secolo e’ tornata alla ribalta con l’attuale first Lady Michelle Obama che ha nell’albero genealogico un trisavolo «venduto» a un coltivatore di riso della Carolina.

Negli ultimi anni diversi gruppi direttamente coinvolti in passato in questi commerci hanno fatto ammenda. Nel 2005 la JP Morgan, dopo essersi ufficialmente scusata per il passato poco glorioso, ha istituito un fondo di cinque milioni di dollari per gli studenti neri della Louisiana.

La Royal Bank of Scotland, informata dal Financial Times di un remoto legame con i «negrieri», ha acconsentito ad aggiornare i propri archivi. Ma mancano ancora molti tasselli. I documenti scovati da Nick Draper descrivono in modo minuzioso l’accordo tra Nathan Mayer Rothschild, affiancato dal fratello, il barone James, e Lord James O’Bryen. I due Rothschild avevano dato in garanzia a O’Bryen 88 schiavi per il debito di 3.000 sterline contratto da un intermediario nell’acquisto della sua proprieta’ ad Antigua.

Quando il compratore fece bancarotta la Gran Bretagna si era ormai lasciata alle spalle quel traffico poco onorevole e Nathan Mayer richiese la somma prevista come risarcimento per la garanzia cancellata. Una sgradevole sopresa per quanti conoscevano la biografia del banchiere che piu’ di ogni altro si era speso per l’abolizione della schiavitu’, nel 1831.

Raccontano le cronache che un anno prima della messa al bando del mercato della vergogna, Nathan Mayer Rothschild si adoperò per procurare al governo di Sua Maesta’ un prestito di 15 milioni di sterline, tre quarti del totale necessario a riscattare il popolo dei senza diritti. Come conciliare il dottor Jekyll che cancella la macchia dalla coscienza inglese e mister Hyde che nel frattempo incassa la compensazione?

La famiglia fa quadrato replicando che

Nathan Mayer Rothschild è stato un noto e prominente attivista dell’uguaglianza e delle liberta’ civili. A fronte del suo background queste insinuazioni appaiono inconsistenti

Anche la Freshfields Bruckhaus Deringer, chiamata a rispondere delle medesime accuse a carico del capostipite James Williams vira sul suo impegno a fianco della Church Missionary Society. Ma la scoperta, giudicata «estremamente importante» dal direttore del Wilberforce Institute for Study of Slavery and Emancipation dell’universita’ di Hull, segna un passo avanti nella liberazione dei torti dimenticati dai raccoglitori polverosi della Storia.

Rothschild dietro elezione di Macron?

Macron

E chiudiamo questa rassegna dedicata alla famiglia capitalista con un evento dei giorni nostri: l’elezione a Presidente della Repubblica francese di Emmanuel Macron. Del quale mi sono occupato qualche giorno fa, dopo la pesante sconfitta da lui subita alle ultime elezioni amministrative transalpine.

Cosa c’entra il giovane rampante politico francese, amante del teatro di Eduardo, ex Socialista e sbucato dal nulla come candidato all’Eliseo, con questa famigliola?

A parte il fatto che io abbia sempre giudicato Macron un “prodotto da laboratorio”, ideato appositamente da lobby ed elite francesi ed europee, al fine di non lasciare il potere in mano “altre”. Così come già fatto in precedenza con Sarkozy e Hollande.

Orbene, come riporta Wikipedia, Macron, dopo la laurea in filosofia conseguita nel 2004, ha studiato all’Istituto di studi politici di Parigi (Sciences Po) e all’École nationale d’administration (ENA), per poi lavorare come ispettore delle finanze. E dal 2008, come funzionario presso la banca d’affari Rothschild & Co. Già, proprio quella. E fa pure una fulminea carriera.

Alla fine del 2010 è promosso ad associato all’interno della banca. In quello stesso anno gli viene affidata la responsabilità di una delle più importanti negoziazioni dell’anno, tra Nestlé e Pfizer. Questa transazione, valutata più di 11,9 miliardi di euro, gli permette di guadagnare circa 3,3 milioni di euro.

In parallelo, anche la sua carriera politica è rampante.

Dal 2012 al 2014 venne nominato vicesegretario generale della presidenza della Repubblica, un ruolo di alto livello nel personale del presidente Hollande. Il 26 agosto 2014 fu nominato ministro dell’economia e delle finanze nel secondo governo Valls, sostituendo Arnaud Montebourg.

Come ministro economico, Macron era all’avanguardia nel far approvare leggi favorevoli alle imprese. Il 17 febbraio 2015, il primo ministro Manuel Valls spinse il pacchetto di legge di Macron attraverso un parlamento riluttante usando la speciale procedura 49.3, ovvero una scorciatoia normativa che permette all’esecutivo di adottare un testo di legge senza il voto dei deputati. Nell’agosto del 2014, Macron ha dichiarato di non essere più membro del PS dal 2009 e quindi indipendente.

Nel marzo del 2016 esprime l’augurio che François Hollande si presenti alle elezioni presidenziali del 2017 in quanto “candidato legittimo”. Nell’aprile del 2016, con la creazione del movimento politico La République En Marche, esprime per la prima volta la sua volontà di presentarsi alle elezioni presidenziali. Emmanuel Macron annuncia la sua candidatura il 16 novembre 2016.

Macron si rifiuta di partecipare alle primarie della sinistra del 2017.

Alla fine del 2016, il responsabile della comunicazione di Macron dichiara di aver già ricevuto 3,7 milioni di euro di donazioni per le presidenziali, cioè due o tre volte il budget di François Fillon o di Alain Juppé per le primarie della destra. Il suo partito politico non beneficia ancora di finanziamenti pubblici, quindi il denaro proviene solo da donazioni private.

Il 22 febbraio 2017 François Bayrou annuncia l’intenzione di non candidarsi alle presidenziali e propone a Emmanuel Macron un’alleanza, che viene da questi accettata.

L’ufficializzazione della candidatura alle elezioni presidenziali è stata annunciata il 16 novembre 2016. Al primo turno, tenutosi il 23 aprile, Macron supera il 24% dei consensi e si classifica al primo posto, accedendo al ballottaggio contro Marine Le Pen, leader del partito di estrema destra Front National.

La sua campagna elettorale in vista delle presidenziali si caratterizza per la netta impronta europeista. Distinguendosi da altri leader politici europei, non ha inseguito i populisti sui temi e terreni a loro congeniali, ma ha proposto un rafforzamento e rilancio delle istituzioni europee e della zona euro, attraverso un processo di “rifondazione” da attuarsi con riforme graduali.

Macron ha ottenuto l’appoggio di diversi leader stranieri come Angela Merkel, Barack Obama e Matteo Renzi. Oltre che di tutti i funzionari di Bruxelles, tra cui il presidente della Commissione Jean-Claude Juncker, il presidente del consiglio europeo Donald Tusk, il presidente del parlamento europeo Antonio Tajani e la rappresentante della politica estera Federica Mogherini.

Al ballottaggio Macron esce vincitore ottenendo 20.703.631 voti, cioè il 66,06% dei voti validi; la sua vittoria è la seconda per margine dopo quella di Jacques Chirac contro Jean-Marie Le Pen, quando egli vinse con l’82,21% dei voti.

Macron ha messo in pratica l’anima liberista che in tanti avevano intravisto nel suo progetto politico.

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2 Risposte a “Rothschild, chi sono i banchieri che governano l’Europa da 3 secoli”

  1. Mi spiace contraddirla ma da quello che leggo lei dei Rothschild ne sa ben poco. Gli mancano numerosi passaggi che ne hanno determinato l’accumulo di ricchezza ed l’immenso potere.
    Forse è stato volutamente omesso, forse no, ma nel suo racconto se vogliamo latitante di informazioni risulta essere enormemente impreciso.

    Si fidi se vuole sono uno storico.

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