Scuola, dall’Educazione civica alle telecamere: le 4 novità in arrivo con una contraddizione

La scuola italiana è in piena crisi. Ma, come sempre, è un fedele specchio della società. Film comici e demenziali, come quelli di Lino Banfi e Alvaro Vitali, con le belle di turno, ci mostravano già negli anni ‘70 e ‘80 come fosse cambiata. Quali fossero stati gli effetti nefasti del ‘68. Rivoluzione culturale che più che abbattere i privilegi, abbatté il rispetto per le autorità preposte all’insegnamento e il senso del dovere.

Studenti che si burlavano di presidi e insegnanti. Dediti allo scherzo e al rimorchio. Che trattavano con superficialità la didattica. Del resto, fu portata avanti dai figli di papà, che avevano come principale obiettivo quello di prendere il posto dei loro padri. Sessantottini oggi sessantottenni Radical chic e salottieri. I quali hanno occupato cattedre, poltrone, studi, seggi. Bruciando le tappe e spesso senza merito alcuno.

La tecnologia ha poi fatto il resto. Facendo apparire agli occhi dei già demotivati e svogliati studenti, libri e lavagne come desuete, roba da piccolo mondo antico.

Ma soprattutto, i Social hanno fatto esplodere una folle mania da protagonismo. Che arriva a far compiere gesti sadici, a prendersi gioco del prossimo, anche se questo ha il quadruplo dei propri anni e riveste un ruolo autoritario. Il tutto, per avere notorietà. Mentre i genitori assistono quasi inermi, in fondo da complici. Perché anche loro la inseguono, hanno scoperto un mondo che in gioventù non esisteva. E, forse, per loro fortuna.

In questo quadro desolante, il governo Conte ha messo in campo nuovi provvedimenti, di cui 2 tra loro in contraddizione. Del resto, i governi susseguitisi dagli anni ‘90 in poi, hanno solo peggiorato la scuola di legge in legge. In piena contiguità col Sessantotto di cui sopra. In fondo, la ragione è presto detta: a gestirla sono stati proprio quei sessantottenni di oggi. O, ove non erano loro, comunque degli incapaci.

Ecco i quattro provvedimenti in arrivo, di cui due in contraddizione e una gradita ai fan di Barbara [sta_anchor id=”scuola”]D’Urso[/sta_anchor].

Scuola, addio a note e sospensioni e ritorno dell’Educazione civica

Come riporta La Stampa, il Parlamento ha approvato la cancellazione delle note scolastiche, delle sospensioni, delle espulsioni e di tutto l’antico sistema di sanzioni alle elementari. Al tempo stesso è stato dato il via libera al ritorno all’educazione civica in classe perché «la legalità, il rispetto e le regole della convivenza si imparano a partire dai banchi di scuola», ha spiegato il ministro dell’Istruzione Marco Bussetti.

Sembra di assistere a un passo avanti e due indietro nel tempo. In realtà sulle note a scuola il ministero precisa che non si tratta di una eliminazione ma di un’attualizzazione perché, con un emendamento alla riforma per la reintroduzione dell’educazione civica a scuola, si abrogano gli articoli che risalgono ancora a un Regio Decreto del 1928 che prevede sanzioni e punizioni «verso gli alunni che manchino ai loro doveri», il sottosegretario all’Istruzione Salvatore Giuliano spiega che saranno le istituzioni scolastiche con l’estensione alla primaria del patto di corresponsabilità, quindi anche coinvolgendo le famiglie, a individuare le eventuali mancanze disciplinari e relative sanzioni e non più norme risalenti addirittura all’anteguerra» e, quindi, si

«rimette in capo alla responsabilità di scuola e famiglia la definizione delle sanzioni tenendo conto anche delle specifiche esigenze delle alunne e degli alunni di questa fascia d’età».

È «un atto di civiltà educativa», dice il presidente dell’Associazione nazionale presidi, Antonello Giannelli. L’ordinamento precedente era

«anacronistico e di fatto non applicato. Come si può pensare che sia utile l’espulsione dalla scuola di bambini di 6-9 anni? Occorre piuttosto coinvolgere maggiormente le famiglie, come è stato fatto estendendo alla scuola primaria le norme sul Patto di corresponsabilità educativa».

La Camera ha poi approvato – senza alcun voto contrario – il provvedimento che reintroduce in tutte le scuole l’Educazione civica. La legge, proposta dalla Lega, prevede l’introduzione dell’insegnamento trasversale dell’educazione civica nel primo e nel secondo ciclo di istruzione, per un numero di ore annue non inferiore a 33 (corrispondente a un’ora a settimana), da inserire nell’ambito del monte orario obbligatorio previsto dagli ordinamenti vigenti, e l’avvio di iniziative di sensibilizzazione alla cittadinanza responsabile nella scuola dell’infanzia.

L’insegnamento dell’educazione civica è integrato con esperienze extra-scolastiche con altri soggetti istituzionali, del volontariato o del terzo settore. Un ordine del giorno, prevede anche l’introduzione dell’insegnamento dell’Educazione emotiva, inizialmente in via sperimentale.

Quello che viene spiegato in modo chiaro solo dalle opposizioni è che il nuovo insegnamento non sarà una materia in più ma andrà a sottrarre ore alle attuali materie scolastiche. Non era quello che era stato promesso, infatti il presidente della Commissione Cultura e Istruzione della Camera, Luigi Gallo, spiega che si tratta «solo di un primo passo» perché M5S voleva un’ora specifica per questo insegnamento che al momento verrà trattato all’interno dell’orario scolastico esistente.

Insomma, da un lato si sopprimono le punizioni alle elementari. Il deterrente residuale contro comportamenti scorretti, ma dall’altro si vogliono educare gli alunni al senso civico.

Scuola, stanno per tornare i grembiuli ed essere introdotte le telecamere (cavallo di battaglia della D’Urso)

grembiule scuola

Matteo Salvini poi rilancia:

«Il prossimo passo sarà, fra due settimane, il sì alla legge per le telecamere obbligatorie in asili e case di riposo».

E il passo successivo sarà il ritorno del grembiule. La legge passa ora all’esame del Senato.

Riguardo al grembiule, il ministro dell’Interno durante un comizio della Lega a San Giuliano Terme, in provincia di Pisa, ha così giustificato la sua volontà:

«Dopo l’educazione civica vorrei che tornasse anche il grembiule, per evitare che vi sia il bambino con la felpa da 700 euro e quello che ce l’ha di terza mano perché non può permettersela».

Spesso, nella sua trasmissione pomeridiana, Barbara D’Urso ha fatto delle telecamere in scuole e ospizi la sua battaglia. Avanzando questa proposta allo stesso Salvini, sovente ospite nel programma. Ciò, qualora si avverasse, gli porterebbe non pochi voti. Anche alla luce del target di pubblico che guarda quel programma.

Giusta l’introduzione delle telecamere in asili e case di riposo. Non se ne può più di abusi su bambini e anziani. E non mi dispiace neanche il ritorno del grembiule. In quanto il grembiule è stato pensato per rendere uguali tutti i bambini e non differenziali in base a cosa indossano.

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