Sesto San Giovanni, da Stalingrado a Mecca italiana

Sesto San Giovanni è un comune di quasi 82mila abitanti della città metropolitana di Milano, essendone anche, dopo quest’ultimo, il comune più popoloso. Nel XX secolo è stata sede di una delle più grandi ed estese concentrazioni industriali d’Italia, al punto da meritarsi il soprannome di Manchester d’Italia. Ma, soprattutto, di Stalingrado d’Italia. Proprio per l’alta presenza di operai, di resistenza al nazi-fascismo e per il fatto che da quando c’è la Repubblica è stata storica roccaforte del Pci prima e del centro-sinistra poi. Oggi però rischia di trasformarsi in Mecca italiana, dopo l’uccisione di Anis Amri, attentatore di Berlino, e per il fatto che sta per essere realizzata una mega-moschea.

Perché Anis Amri ha cercato riparo a Sesto San Giovanni?

anis amri fotoLaRepubblica ricostruisce la dinamica degli eventi. Le tre di notte del 23 dicembre, in piazza I Maggio di Sesto San Giovanni, zona stazione. Una volante del commissariato trova un maghrebino a piedi, da solo. Alla richiesta del capopattuglia di far vedere i documenti, dopo aver dichiarato di essere calabrese, l’uomo estrae una pistola calibro 22 dallo zaino e spara, poi si nasconde dietro un’auto. Gli agenti rispondono al fuoco, sarebbe un colpo partito dalla pistola dell’autista della volante a ucciderlo. Trattasi di Anis Amri, l’attentatore di Berlino. Forse, quella calibro 22, è la stessa che ha utilizzato per uccidere l’autista polacco del Tir con cui ha compiuto la strage. Perché Anis Amri è tornato in Italia in treno passando dalla Francia, dopo la strage? E perché proprio a Sesto San Giovanni? Potrebbe avere avuto ‘coperture’ e ‘appoggi’ da parte di qualche esponente della comunità islamica di Sesto. Questa è l’ipotesi che gli inquirenti e gli investigatori dell’antiterrorismo milanese stanno esplorando mentre ricostruiscono gli spostamenti del tunisino da quando è arrivato in Italia. “Non c’è nessun collegamento con la moschea di Sesto” ci tiene però a precisare il questore, facendo il punto delle informazioni sin qui disponibili.

Quante moschee ci sono in Italia e dove si trovano

Come riporta IlSole24Ore, Chabani Ibrahim, direttore del centro islamico di Sesto San Giovanni, ci tiene a precisare:

“Siamo lontani da questi terroristi. L’Islam non c’entra niente con questi estremisti criminali. La guardia deve essere sempre alta, non non abbiamo mai abbassato il livello di guardia, perché questo fenomeno globale può toccare ognuno di noi. Per questo motivo noi informiamo, e gli insegnamenti che presentiamo ai nostri soci servono per dire stiamo attenti, queste idee sono estremiste, non c’entrano con la religione”.

moschea ravennaCome riporta Wikipedia, in Italia ci sono quattro Moschee, intendendo per esse gli edifici costruiti ex novo e ad hoc come luogo di preghiera dei musulmani. Esse si trovano, in ordine di realizzazione, a Ravenna, Roma (la più grande d’Italia e fino al 2012, la più grande d’Europa), Colle Val D’Elsa e Segrate Milano. Mentre, se si sommano ad esse edifici abbandonati adibiti successivamente a Moschee, allora arriviamo a nove: due a Catania (di cui la seconda è la più grande del Sud), una a Palermo, una ad Albenga (la più grande della Liguria) e una a Torino.

Mentre i luoghi di culto islamico sono più di 1.000. Per lo più, luoghi di fortuna dove i musulmani si ritrovano e quasi tutti sfuggenti ai controlli da parte dello Stato. E qui, secondo la critica principale, che i predicatori del terrore farebbero più facilmente proseliti. Sebbene, un altro luogo fertile per questo scopo sarebbero anche le carceri. Dove, probabilmente, lo stesso Amri pare essere stato indottrinato nei quattro anni di detenzione.

A Sesto San Giovanni la più grande Moschea della Lombardia: come sarà

moschea sesto san giovanniE Sesto San Giovanni si appresta ad ospitare anche la Moschea più grande della Lombardia e tra le più grandi d’Italia. E ciò, alla luce di quanto accaduto lo scorso 23 dicembre, getta nuove preoccupazioni sulla concentrazione di musulmani (e tra loro potenziali jihadisti) nel Comune alle porte di Milano. Come riporta Il Giornale, per iniziare a gettare le fondamenta la comunità musulmana sta aspettando la certificazione della bonifica dei terreni e il conseguente via libera di Città Metropolitana. Nell’attesa della sua costruzione la comunità islamica di Sesto ha pubblicato sulla sua pagina facebook un plastico del progetto: 2.450 metri quadrati fra spazi di preghiera, biblioteca, ristorante e giardino. Non solo: la struttura sarà dotata anche di un minareto e di un parcheggio sotterraneo. Il costo dell’operazione è di 4,6 milioni di euro, interamente finanziati con donazioni di fedeli. Per il momento la moschea è solo sulla carta. La comunità islamica continua a riunirsi, pregare e organizzare incontri nella struttura provvisoria di via Luini, costruita nel 2015 dopo che i fedeli avevano lasciato i locali di via Tasso in cui si riunivano da oltre 15 anni.

Insomma, i tempi cambiano anche per Sesto San Giovanni. La crisi industriale la sta gettando nel degrado urbanistico e sociale. Mentre l’Islam sta avanzando…

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Una risposta a “Sesto San Giovanni, da Stalingrado a Mecca italiana”

  1. Dopo le bombe fasciste ci tocca anche questi, ma avendo fallito le bombe dei fascisti sicuramente non vinceranno questi!

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