Simpson termineranno nel 2021? Come stanno le cose

La longeva e amatissima serie animata dei Simpson ha compiuto in questi giorni ben 30 anni. Anniversario che tiene conto della data a partire dalla quale è andata in onda con una certa continuità. Vale a dire il 17 dicembre 1989.

In realtà, la prima puntata è andata in onda due anni prima, sebbene si sia trattato più di un esperimento all’interno di un altro Show. Di fatto rivelatosi fallimentare e presto sospeso.

In Italia sono invece arrivati nel 1991, grazie ad una intuizione di Giorgio Gori, che li suggerì a Mediaset. Gori oggi è un esponente del Pd e Sindaco di Bergamo. Anche ex responsabile della comunicazione di Matteo Renzi.

Tornando ai Simpson, qualche settimana fa è circolata l’ennesima notizia riguardante la loro fine. Che trae spunto da una dichiarazione del compositore della celeberrima sigla del cartone, Danny Elfman. Smentita dal produttore esecutivo Al Jean. Tuttavia, qualcosa di vero potrebbe esserci. Ecco la [sta_anchor id=”simpson”]situazione[/sta_anchor].

Simpson non andranno più in onda?

simpson quando finirà

 

Come riporta Virgin radio, il compositore della celeberrima sigla del cartone, Danny Elfman, ha dichiarato che l’anno prossimo forse la serie verrà chiusa.

Da quel che so – ha detto – i Simpson sono vicini alla fine. Non ne sono certo, ma secondo ciò che ho sentito, probabilmente la serie si concluderà l’anno prossimo”.

Secondo alcuni, l’eventuale chiusura dell’amato cartone potrebbe dipendere dall’acquisizione della Fox da parte della Disney.

Sul suo profilo Twitter, però, lo storico produttore esecutivo Al Jean ha pubblicato un link che riportava la notizia dell’ipotetica chiusura e ha così commentato:

Siamo tutti grati del fatto che il seguente articolo NON sia vero”.

A febbraio scorso la serie è stata rinnovata per altre due stagioni, quindi fino al 2021 sarebbe salva. Eppure, gli scricchiolii che fanno credere ad una sua fine sono diversi.

Simpson serie quando finirà

casa simpson vera foto

Quando finirà la serie dei Simpson? Sono in tanti a chiederselo, e rispondere non è facile. E’ un po’ come domandarselo per Beautiful o Un posto al sole.

In effetti i problemi non mancano. Di recente, la produzione di nuovi episodi ha raggiunto costi molto elevati, e, di contro, l’audience continua a calare.

La serie infatti piace sempre meno ai vecchi fan, mentre fa fatica a penetrare tra le nuove generazioni. Insomma, la descrizione degli american people attraverso le loro sgangherate avventure, che tanto successo ha avuto negli anni ‘90, sembra interessare sempre meno al pubblico di casa e mondiale.

Il Post ha scritto una lunga analisi sul declino dei Simpson.

Molti identificano l’inizio del declino dei Simpson con un episodio preciso: il secondo della nona stagione, andato in onda il 28 settembre 1997 con il titolo di “Il direttore e il povero”. Se avete familiarità con la serie, è quello in cui si scopre che il direttore Skinner è in realtà un impostore che dopo la guerra in Vietnam assunse l’identità di un suo commilitone che credeva morto.

Il problema non fu tanto l’episodio in sé, che è comunque ricco di momenti divertenti: secondo molti è simbolico di una tendenza che a partire dalla nona stagione diventò sempre più presente.

La profondità dei personaggi, che aveva reso la serie amatissima negli anni precedenti e che era stata sviluppata alternando ai momenti comici anche momenti più emotivi e malinconici, venne progressivamente meno.

Rivelare di punto in bianco che uno dei personaggi più riusciti e centrali della serie fosse in realtà un grande impostore è stato interpretato da molti come un esempio dell’allontanamento dei Simpson dalle origini. Tanto più che poi quella soluzione di trama non fu portata da nessuna parte, e il personaggio di Skinner rimase il solito dall’episodio successivo.

Ci fu anche un problema di storie: l’impressione fu che da un certo momento in poi finirono un po’ le idee, e le situazioni e le complicazioni al centro delle trame dei singoli episodi diventarono sempre più improbabili e pretestuosi.

Questa critica venne già mossa all’epoca alla serie, tanto che gli stessi sceneggiatori dei Simpson ci scherzarono sopra in un episodio della 13esima stagione andato in onda nel 2002. Alla fine della puntata, che ruotava intorno a una serie di clip dalle precedenti stagioni, inserirono una canzone il cui testo sosteneva che

«nessuno fermerà i Simpson, non abbiate paura, abbiamo storie per anni»

e proponeva alcune idee che sembravano proprio una risposta alle critiche:

«Forse Boe si prende un cellulare, Bart ha mai avuto un orso? E cosa ne dite di un matrimonio matto?».

In molti hanno attribuito il calo di qualità alle naturali difficoltà di mantenere vivace e originale una serie i cui personaggi non invecchiano e non hanno sostanziali trasformazioni orizzontali.

Erano cambiate poi le persone dietro ai Simpson: Simon aveva lasciato la serie nel 1993 per divergenze creative, Groening a partire dalla fine degli anni Novanta si dedicò ad altri progetti come Futurama, e Brooks era stato progressivamente meno coinvolto fin dal 1995.

A partire dalla sesta stagione alcuni degli autori più importanti, come Conan O’Brian, lasciarono la serie.

Un sintomo di questi cambiamenti è stato identificato da molti nel modo in cui la serie ha trattato le celebrità: inizialmente i Simpson contenevano spesso acute e irriverenti satire dei personaggi dello show business o della politica americana. Quando erano le stesse celebrità a essere ospitate nella serie come doppiatori, interpretavano spesso versioni molto autoironiche di se stessi, oppure personaggi nuovi e molto ben scritti.

Con il passare degli anni, l’impressione è stata che le ospitate di celebrità siano diventate una soluzione un po’ pigra per costruire un episodio, oppure semplici celebrazioni dello show business americano.

Simpson ascolti

Gli ascolti registrati dai Simpson in America cominciano ad essere imbarazzanti. Se negli anni ‘90 toccavano anche punte da 20 milioni, oggi sprofondano anche intorno al 3% di share. E le puntate sono state anche superate da altri cartoni animati come Griffin e Bob’s Burger. Serie che paradossalmente proprio dai Simpson traggono ispirazione.

In Italia, invece, sono venute meno diversi storici doppiaggi. E le nuove voci ai fan proprio non piacciono.

Dunque, occorre capire cosa accadrà dal 2021, quando il contratto terminerà.

La crisi dei Simpson mi ricorda un po’ quanto sta accadendo per Dylan Dog. Tema che ho affrontato qui.

5,0 / 5
Grazie per aver votato!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.