Smartwatch per bambini sono pericolosi: ecco i motivi secondo ricerca

Quando la tecnologia ha iniziato a prendere piede tra le persone comuni ed è diventata qualcosa non solo legata a professionisti e cervelloni – si pensi ai primi Personal computer e videogame da casa – l’età media con cui si iniziava ad approcciarsi ad essi era la prima adolescenza. In genere tra gli 11 e i 13 anni, quando si mollavano i giocattoli e si cominciava ad essere incollati ad un monitori con un joystick in mano. Al massimo, il primo approccio in età infantile era con giocattoli che simulavano dispositivi informatici. Si pensi a quelli della Clementoni.

Con l’avvento di smartphone e tablet prima, e smartwatch poi, l’età media di primo contatto con la tecnologia si è drasticamente abbassata. Tanto che oggi già a partire dai 3 anni i bambini cominciano ad avere dimestichezza con questi aggeggi infernali. E non mancano versioni tecnologiche adatte a loro. Come gli smartwatch per bambini. Non certo giocattolini finti. Ma dispositivi veri e propri con tante caratteristiche simili a quelle per gli adulti. Ma gli smartwatch per bambini sono pericolosi? Stando ad uno studio dell’organizzazione di consumatori norvegese, Norwegian Consumer Council, rilanciato da Altroconsumo, sembra proprio di sì. Ecco cosa dice.

Smartwatch per bambini pericolosi: i motivi

smartwatch bambiniCome riporta Virgilio, l’analisi di questi dispositivi ha investito tre aspetti: funzionalità, termini e condizioni d’uso del servizio. E un’analisi della sicurezza, dove sono state riscontrate falle che permetterebbero a un intruso di conoscere la posizione del minore e interagire con lui al posto del genitore. Le applicazioni associate a questi dispositivi da installare sugli smartphone dei genitori trasmettono una certa quantità di dati a dei server di cui si conosce solo la localizzazione geografica (sud est asiatico e nord America) ma non si conosce nel dettaglio la natura né lo scopo.

Alcuni dei dispositivi hanno un microfono incorporato che permette ai genitori (e potenzialmente a un intruso) di ascoltare l’ambiente circostante al bambino, microfono che può essere attivato da remoto senza che chi indossa il bracciale abbia possibilità di accorgersene. Nonostante tutti i dispositivi raccolgano e aggreghino dati, i termini del servizio non sono mai chiari ed esaustivi; leggendo inoltre la licenza d’uso, non è fatta menzione che un eventuale cambio delle condizioni d’uso sarà comunicato all’utente, non si sa dove vanno a finire I propri dati o le modalità di conservazione, né è possibile cancellare l’account utente una volta che si dismette l’apparecchio. Falle informatiche capaci di trasformare un oggetto utile in un elemento di vulnerabilità: i consumatori hanno moltissime ragioni per stare in allerta e informarsi il più possibile.

Altroconsumo ha già denunciato in passato una situazione poco chiara in merito al trattamento dei dati personali quando in passato ha svolto delle prove comparative di servizi cloud.

Dunque per Natale meglio non regalare uno smartwatch ai propri figli o nipoti. E possibilmente neanche uno smartphone o un tablet. Tutte quelle radiazioni potrebbero disturbare la loro crescita, il loro sviluppo degli organi, il loro socializzare con gli altri.

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