Covid, occhio alla tassa: come accorgersene

Da una ventina di giorni, l’Italia sta vivendo la sua Fase 2. Sebbene le concessioni ai cittadini e ai commercianti siano scaglionate nel tempo, senza alcun “liberi tutti” al 4 maggio come molti aspettavano. Con essa però, è arrivata anche l’immancabile tassa. Già ribattezzata Tassa Covid.

In realtà, ci aspettavamo un po’ tutti che ci avrebbero fatto pagare i 2 mesi di fermo economico generale. Col solito Pantalone che deve pagare. Nei prossimi mesi, un po’ di qua e un po’ di là, arriveranno rincari vari ed eventuali.

Piccoli balzelli che, in virtù del motto “è la somma che fa il totale”, si faranno sentire sui bilanci di famiglie o single.

Un aumento è già evidente. Una vera e propria tassa, già ribattezzata Tassa Covid. Ecco in cosa consiste e come possiamo accorgercene.

Tassa Covid cos’è

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Cos’è la tassa Covid? Come riporta Il Sole 24 Ore, il Codacons denuncia aumenti medi del 25% per taglio capelli o messa in piega.

Consiste in un aumento da 2 a 4 euro, con tanto di voce a parte sullo scontrino. Inoltre, sempre al Codacons arrivano segnalazioni di estetisti che impongono, per l’emergenza Covid, «kit obbligatori da indossare con costo extra di 10 euro a carico del cliente».

Segnalazioni arrivano anche dall’Unione nazionale consumatori. Come afferma il presidente Massimiliano Dona:

Si tratta di una sorta di tassa di sanificazione applicata da parrucchieri, estetisti e alcuni dentisti, una prassi scorretta che si sottrae forse anche da un punto di vista fiscale alla somma dovuta al consumatore

In virtù di questa tassa Covid, il prezzo di un taglio passa da una media di 20 a 25 euro (+25%), ma con punte di incremento che arrivano al +66%.

Inizialmente, anche i caffè avevano subito dei rincari, con prezzi che arrivavano fino a 2 euro a Milano o 1,50 a Roma.

Obblighi per parrucchieri ed estetisti

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Come sempre accade, i costi che gravano sui fornitori di beni e servizi, ricadono sull’utente finale.

E così, i parrucchieri possono lavorare solo su prenotazione e devono assicurare un metro di separazione sia tra le singole postazioni di lavoro, sia tra i clienti. Per operatore e cliente c’è l’obbligo di indossare la mascherina.

Per gli estetisti/e si aggiunge l’obbligo di visiera protettiva e mascherina FFP2 senza valvola. Obbligatoria l’igienizzazione delle postazioni di lavoro dopo ogni cliente. Va assicurata le regolare pulizia e disinfezione dei servizi igienici.

Tutto ciò comporta per loro ovviamente un costo aggiuntivo. Oltre al fatto che possono trattare molti meno clienti al giorno.

Anche gli autolavaggi chiedono 5 euro in più per una igienizazione obbligatoria. Quando in realtà dovrebbero farla sempre quando si porta un’auto a lavare, ammesso che la facciano davvero.

Perché Tassa Covid è illegale

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Tuttavia, la tassa Covid resta qualcosa di illegale.

Infatti, il decreto Rilancio riconosce, tra l’altro, ai soggetti «esercenti attività d’impresa, arte o professione» un credito d’imposta in misura pari al 60 per cento delle spese sostenute nel 2020 (fino a un massimo di 60.000 euro per ciascun beneficiario) per le attività di sanificazione degli ambienti nei quali è esercitata l’attività lavorativa e degli strumenti utilizzati.

Per esempio, per acquistare:

  • dispositivi di protezione individuale (mascherine, guanti, visiere e occhiali protettivi, tute di protezione)
  • prodotti detergenti e disinfettanti
  • termometri e termoscanner,
  • dispositivi per garantire la distanza di sicurezza interpersonale (barriere e pannelli protettivi, comprese le eventuali spese di installazione)

Previsto anche un credito d’imposta, sempre in misura pari al 60 per cento delle spese sostenute nel 2020 (per un massimo di 80.000 euro) per gli interventi, anche edilizi, di adeguamento degli ambienti di lavoro alle prescrizioni di messa in sicurezza.

Ed infine, un credito d’imposta nella misura del 60 per cento «dell’ammontare mensile del canone di locazione» per gli esercenti con ricavi o compensi non superiori a 5 milioni di euro.

Infine, viene anche concessa l’opportunità di aprire mezza giornata la domenica, proprio per aiutare lo smaltimento della domanda.

Quindi, il Governo ha messo a disposizione dei commercianti una serie di strumenti fiscali per affrontare questo periodo. La rivalsa sui clienti finali è ingiusta la solita furbata italiana.

Da parte di quanti, oltre a non rispettare l’utenza finale, hanno anche magari evaso sistematicamente molti adempimenti fiscali nel corso della loro attività (scontrini e fatture non fatte).

Certo, sul fatto che nel nostro Paese occorra affrontare adempimenti burocratici e fiscali asfissianti, oltre agli obblighi nei confronti delle criminalità organizzate, è un altro aspetto da tener conto. Ma si sa, i furbi non mancano mai e sono gli stessi che si lamentano e parlano di governo ladro.

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