Thohir lascia l’Inter: l’indonesiano deriso che ha rilanciato il club

Dopo più di 5 anni – di cui quasi 3 da Presidente – Erick Thohir lascia l’Inter. Cedendo anche le residue quote che possedeva, il 31,05%, al fondo di investimento LionRock Capital, con sede a Hong Kong. Per una cifra che dovrebbe essere vicina ai 150 milioni di euro.

Un autentico capolavoro finanziario quello del tycoon indonesiano, che nel suo Paese ha mani in pasta ovunque. Infatti, se si conta che il 6 giugno 2016 abbia ceduto il 68,55% delle azioni, portando a casa una prima plusvalenza di circa 43 milioni (interessi sui prestiti compresi). Mentre ora ne incassa una seconda, ancora più grossa, di 107 milioni.

Erick Thohir non passerà di certo alla storia per essere stato un Presidente vincente. Dato che in 5 anni non ha vinto niente. Ed è stato pure pesantemente deriso: Massimo Ferrero, Presidente pittoresco della Sampdoria, gli dà del «filippino». E il presidente avrebbe pure pensato di querelarlo per razzismo. La borghesotta juventina Evelina Christillin lo definisce «Cicciobello a mandorla». Silvio Berlusconi dice «Moratti ha venduto a questo Thohir, io darò il Milan a chi ha capitali veri». Poi abbiamo visto chi era Mr Bee…

E ancora, il presidente della Juventus, cavalcando una battuta nata sui Social, disse che la capitale indonesiana si sarebbe chiamata Jackartone. Riferendosi allo scudetto “di cartone” assegnato all’Inter per Calciopoli. Enzo Iacchetti, invece, lo accusava di non saper parlare italiano. Ma poi si scoprì che il livore derivava dal fatto che gli aveva tolto la tessera Vip.

Certo, Thohir ha dimostrato che di calcio non ne capiva molto. Lui attivo finanziariamente nel baseball e in molti altri settori. Quando arrivò all’Inter esordì dicendo che il suo calciatore preferito fosse Nicola Ventola. Il che spiazzò molti ma poi si pensò che tale scelta si spiegasse con la nazionalità indonesiana della madre della compagna dell’ex giocatore, Kartika Luyet. Bellissima odella divenuta celebre anche in Italia per uno spot. Certo, che fantasia.

Tuttavia, a parte qualche bidone che elencheremo a breve e qualche strafalcione vario ed eventuale, i tifosi dell’Inter devono dirgli grazie per i motivi che vedremo di [sta_anchor id=”thohir”]seguito[/sta_anchor].

Erick Thohir chi è

Chi è Erick Thohir? Come riporta Wikipedia, Erick Thohir è nato il 30 maggio 1970. È fondatore e presidente di Mahaka Group, una holding che si occupa di media e intrattenimento. È anche l’ex proprietario di Inter Milan e D.C. United, Direttore di Oxford United e Presidente Director di antv.

È nato in una famiglia musulmana e praticante. Suo padre, Teddy Thohir, era un comproprietario del gruppo automobilistico Astra International con William Soeryadjaya. Suo fratello, Garibaldi Thohir, è un investment banker e imprenditore nel settore energetico. Ha anche una sorella, Rika Thohir.

Da bambino, Thohir ha aiutato l’azienda di famiglia. Thohir ha conseguito il master nel 1993 presso la National University (California), Stati Uniti. Attualmente, la holding di famiglia di Thohir, TNT Group, ha grandi investimenti nel Industrie indonesiane di energia, alimenti, proprietà e media. Nel 2015, il gruppo TNT ha registrato un fatturato di $ 1,1 miliardi.

Al suo ritorno in Indonesia, insieme ai suoi colleghi, formò il Gruppo Mahaka. Nel 2001, il Gruppo Mahaka comprò Republika, il più grande quotidiano islamico in Indonesia. A causa del background di Thohir nelle comunicazioni, è stato scelto per guidare il giornale.

Ha ricevuto sostegno da suo padre, nonché fondatore di Kompas Jakob Oetama e fondatore di Jawa Pos Dahlan Iskan per gestire questo giornale. Il Gruppo Mahaka ha diffuso il suo potenziale investendo nella società di pubblicità esterna Mahaka Advertising a causa della crescita della dimensione economica e della città nel 2002.

Dopo aver lanciato la stazione televisiva Jak TV, Mahaka ha introdotto le stazioni radio 98.7 Gen FM e 101 Jak FM, e ha partecipato a PT Radionet Cipta Karya (Prambors FM, Delta FM e FeMale Radio), oltre a numerose società di pubblicità, biglietteria, intrattenimento e digitali. Thohir è il fondatore della Fondazione Darma Bakti Mahaka.

Nel 2011, insieme ad Anindya Bakrie ha co-posseduto le stazioni televisive tvOne, così come il sito di notizie su Internet Viva News. Nel 2014, fu coinvolto in un progetto di turnaround e divenne il Presidente Director di antv. Nel 2018, il presidente in carica Joko Widodo scelse Thohir come capo della sua campagna di rielezione per le elezioni presidenziali del 2019.

Dopo le trattative iniziate dopo il NBA All-Star Game 2011 con l’ex agente di basket Jason Levien e il proprietario Joshua Harris, Thohir è diventato parte dei consorzi che hanno acquistato i Philadelphia 76ers.

I consorzi comprendevano l’attore Will Smith, sua moglie Jada Pinkett Smith, David S. Blitzer, dello studio di private equity Blackstone Group e degli uomini d’affari indonesiani Handy Soetedjo. Comcast-Spectacor e Harris hanno iniziato i colloqui nell’estate del 2011. L’accordo è stato annunciato il 13 luglio 2011.

Oltre ai suoi affari, Thohir possiede anche la squadra di basket, Satria Muda, ed è stato membro del consiglio onorario del Associazione pallacanestro indonesiana (PERBASI / Persatuan Bola Basket Seluruh Indonesia) dal 2015 al 2019.

È stato presidente della SEABA (Sud-est asiatico Basketball Association) dal 2006. Era un membro del consiglio di FIBA, Chef De Mission di Indonesia Contingente per i Giochi Olimpici di Londra 2012, e Presidente del Comitato Olimpico Nazionale per il 2015-2019.

Thohir all’Inter cosa ha fatto

erick thohir chi è

Cosa ha fatto Thohir all’Inter? Erick Thohir sbarca in Italia nel novembre del 2013 e dice: «Mi compro l’ Inter». La gente non ci crede, ma succede per davvero. Rileva la gloriosa Fc Internazionale da Moratti Massimo, patron e presidente storico. Il quale, dopo 18 anni di presidenza, ha vinto una Coppa Uefa nel 1998, tre scudetti, due Coppe Italia e due Supercoppe italiane durante la gestione di Roberto Mancini. La striscia di successi prosegue con il tecnico portoghese José Mourinho, il quale è capace di portare nella bacheca nerazzurra, dal 2008 al 2010, altri due scudetti, una Coppa Italia, una Supercoppa italiana ma soprattutto la Champions League, a 45 anni di distanza dal precedente successo.

Le successive gestioni Benítez e Leonardo arricchiranno la presidenza Moratti di altri tre successi: la Supercoppa italiana, la Coppa del Mondo per club (conquistati dallo spagnolo) e la Coppa Italia (vinta dal brasiliano).

Tuttavia ai successi sul campo, fanno da contraltare i tanti debiti. Dal 2005 al 2010, l’Inter ha accumulato perdite per 1,2 miliardi di euro e debiti per oltre 460 milioni di euro. In tale periodo il presidente Moratti ha dovuto provvedere personalmente a circa 735 milioni di euro di iniezioni di capitale, cifra molto vicina ai 750 milioni di euro incassati con il collocamento in borsa dell’azienda di famiglia Saras avvenuta nel 2006.

Inoltre, Moratti si dimetterà anche due volte da Presidente, nel 1999 e nel 2004, per gli scarsi risultati conseguiti sul campo e le feroci critiche dei tifosi.

Dopo la Coppa Intercontinentale l’Inter ripiomba nel buio. Nei suoi 18 anni da Presidente, Moratti ha speso per l’Inter complessivamente quasi 1,5 miliardi di euro nel corso della sua presidenza.

In questo disastroso scenario subentra Erick Thohir. Il quale, come riporta Libero, paga il club una sciocchezza (circa 70 milioni), si accolla una montagna di debiti (quasi 200), chiede ed ottiene prestiti multi-milionari dalle banche con interessi mostruosi.

Stop al «dentro tutti», iniziano i tagli. La struttura viene snellita, si guarda al club più come a un’ azienda che a una squadra di calcio e, infatti, i risultati sul campo non arrivano, ma quelli finanziari (parecchio importanti vista la situazione) sì: il debito in qualche modo si riduce, Thohir si accorda con l’ Uefa per stilare un piano di rientro, nel frattempo lavora sotto traccia per trovare un compratore che possa fare quello che lui non può e non vuole fare, ovvero investire quattrini.

Il 6 giugno 2016 cede il 68,55% delle azioni alla Suning, della famiglia cinese Zhang. Per un continuum tutto asiatico. Porta a casa una plusvalenza di circa 43 milioni (interessi sui prestiti compresi), mentre oggi ne tasca altri 150 (plusvalenza 107).

Perchè i tifosi dell’Inter dovrebbero ringraziarlo? Semplice. Ha messo l’Inter sulla via del rilancio, riducendo gradualmente gli enormi debiti accumulati con la gestione Moratti e cedendo il club ad un colosso cinese (che ho presentato qui). Il quale sta lavorando benissimo e da poco si avvale pure di un dirigente come Giuseppe Marotta.

Thohir bidoni

Per onore di cronaca, comunque, è giusto anche riportare le operazioni di mercato “poco felici” messe a segno dall’Inter durante l’era Thohir.

Come riporta Calciomercato, il primo è stato Hernanes, arrivato a Milano per la modica cifra di 22,6 milioni di euro. Il brasiliano ha deluso le aspettative e non ha mai inciso. Lo stesso discorso vale per Jovetic (16,5 milioni), Shaqiri (15 milioni), Kondogbia (40,5 milioni), Gabigol (30 milioni).

Il nome dell’ex Santos in questo elenco farà storcere il naso a qualcuno perché ha giocato poco e perché ha ancora tutto da dimostrare, ma non ce ne vogliano i dirigenti nerazzurri, al contrario di quanto affermano, il caso del campione olimpico non è minimamente paragonabile a quello di Coutinho. La differenza di base è la somma sborsata dall’Inter: per Gabigol sono serviti 30 milioni, per Coutinho ne bastarono 3. Cifre che da sole bastano a presentare i due acquisti, uno arriva da campione affermato, l’altro era poco più di una promessa.

E se Gabigol non è un campione affermato, allora perché pagarlo 30 milioni? Perché concedergli uno staff personale? Perché dargli un ingaggio più alto rispetto a quello di Perisic? Mistero della fede, Kia Joorabchian, forse, potrebbe svelarci qualcosa. Inoltre, il brasiliano è stato presentato in pompa magna, in un modo che ha rievocato l’acquisto del “fenomeno” Ronaldo.

Anche l’acquisto di Joao Mario lascia profonde perplessità. Il portoghese è un calciatore di sicuro affidamento, uno abituato alle grandi platee, ma 45 milioni sembrano eccessivi. Due anni fa, 15 milioni sembravano sufficienti per portarlo a casa, poi ha vinto un Europeo, ma soprattutto, Kia ha curato il suo trasferimento.

Anche dietro l’ingaggio di Frank De Boer c’è molto probabilmente la mano di Thohir. Visto che appena sbarcato a Milano disse che l’olandese gli piaceva come allenatore. Sappiamo poi come è andata per il gemello ex Ajax, sebbene la colpa non fosse sua. Ma di un Mancini in fuga a pochi giorni dall’inizio del campionato. Forse si era reso conto che i miracoli di calciopoli non si sarebbero ripetuti.

Una società competente, con 100 milioni di euro, costruisce la spina dorsale della squadra. Nella gestione Thohir, invece, con 9 milioni in più, l’Inter ha comprato Jovetic, Gabigol, Kondogbia ed Hernanes. Prendendo zero tituli. Ma, come visto, le doti dell’indonesiano si sono viste con una calcolatrice.

5,0 / 5
Grazie per aver votato!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.