Premio Nobel a Trump: i 5 Pro e i 5 Contro

Trump Nobel pace? Come ho già scritto in altre occasioni, fino a marzo 2020 Donald Trump era il sicuro vincitore delle prossime elezioni presidenziali 2020. Visti gli ottimi risultati economici raggiunti dagli Usa nei suoi anni di mandato e, soprattutto, la mancanza di forti alternative da parte degli oppositori democratici. Dato che il loro candidato sarà Joe Biden, chiamato da Trump non a caso “sleepy”.

Poi però, citando il titolo di un bel film con Jack Nicholson, “qualcosa è cambiato”. Infatti, il Covid-19 prima e il caso Floy poi, hanno messo Trump in gravi difficoltà. Facendo risalire i democratici nei sondaggi portandoli probabilmente fino alla vittoria.

Del resto, Donald Trump ha dato fastidio a molti. Interrompendo quel continuum costituito dal bipartitismo demo-repubblicano, che governa da sempre gli Usa. Basato su lobby e poteri forti manovratori.

Ora però qualcuno avanza la candidatura di Donald Trump al Nobel per la Pace. Vediamo quali sarebbero i Pro e i Contro di questa [sta_anchor id=”trump”]scelta[/sta_anchor].

Donald Trump candidato al Nobel per la Pace

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Come riporta La Repubblica, la proposta arriva dal deputato conservatore norvegese Christian Tybring-Gjedde, 57 anni, Presidente dell’Assemblea parlamentare della Nato:

Già nel 2018, Tybring-Gjedde propose il dittatore nordcoreano Kim Jong-un dopo il summit di Singapore.

Come ha spiegato lui stesso a Fox News, decisivo per la sua idea è l‘accordo fra Israele ed Emirati Arabi, dello scorso 15 settembre.

Tybring-Gjedde è membro del partito di estrema destra Framstegspartiet, il partito del Progresso molto attivo contro gli immigrati. Ricordiamo comunque che a scegliere i candidati al Premio Nobel sono in 300:

  • cinque membri del Comitato per il Nobel norvegese, nominati dal parlamento di Oslo scegliendo fra le candidature inviate da membri e vincitori passati
  • parlamentari e capi di Governo stranieri
  • organizzazioni e istituzioni internazionali
  • docenti universitari
  • membri del tribunale dell’Aja

Donald Trump premio Nobel perché Sì

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Quella che sembra una boutade, in realtà lo è fino ad un certo punto. Del resto, a Barack Obama è stato dato sulla “fiducia”. Forse per calmarlo sul nascere, dopo gli 8 anni appena trascorsi del guerrafondaio Bush.

Sebbene lo stesso Obama ordinò delle operazioni militari in Medioriente che causarono anche la morte di civili. Ma va beh. E’ democratico e ha la pelle scura, quindi tutto gli è concesso.

Durante il suo mandato, Donald Trump ha creato una road map per la pace per le due Coree. Divise dopo la guerra del 1956. I due Paesi si sono incontrati un paio di anni fa a Singapore, in una clamorosa stretta di mano tra i due rispettivi presidenti. Un primo passo al quale non hanno fatto seguito altri in realtà.

Anche perché la Corea del Nord non è disposta certamente a procedere verso la de-nuclearizzazione. E in fondo fa bene. Gli occidentali possono fregarti da un momento all’altro e la nuova Cina potrebbe non essere disposta ad intervenire.

Donald Trump ha anche fatto sì che due paesi ostili in Medioriente, quali Emirati arabi ed Israele stringessero un accordo. Certo, dietro ci sono i soliti interessi economici. Che ho illustrato qui. Ma d’altronde si sa, è l’economia che muove i rapporti diplomatici.

Ad inizio settembre è giunto un altro importante accordo, sempre di natura economica, tra Serbia e Kosovo. Sempre intavolato dal Presidente americano. Ricorderemo la guerra in Kosovo del 1999, per l’indipendenza dalla Serbia. La Serbia e’ sostenuta dai suoi alleati russi e cinesi, mentre gli americani sono tra coloro che hanno subito riconosciuto il nuovo stato kosovaro.

La Serbia continua a negare l’indipendenza del Kosovo, sostenuta dagli occidentali anche perché si tratta di un importante snodo per il gasdotto proveniente dal Medioriente. Ma entrambi hanno fatto anche importanti passi verso Israele. La Serbia ha deciso di spostare la sua ambasciata in Israele da Tel Aviv a Gerusalemme, mentre il Kosovo ha accettato di stabilire relazioni diplomatiche con lo Stato ebraico.

Del resto, Trump è fortemente sostenuto dai sionisti, tanto che il suo primo atto fu spostare l’ambasciata americana a Gerusalemme. Scelta che di fatto la sancisce ufficiosamente come capitale di Isrele. Un grave torto alla Palestina.

Un altro successo incassato da Donald Trump è l’accordo tra Israele e un altro stato islamico: il Bahrein. Stato islamico ma amico degli Usa, che non era in guerra con Israele comunque.

Infine, Donald Trump ha un ottimo rapporto di amicizia con la Russia di Vladimir Putin. Tanto che i rumors vorrebbero la vittoria del Tycoon facilitata dagli hacker russi. Sebbene a questa illazione non abbia mai fatto seguito una prova concreta. Rapporti che sono continuati negli anni, seppur non troppo esplicitamente, onde evitare di turbare l’equilibrio mondiale già labile.

Donald Trump premio Nobel perché No

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Ora passiamo ai No di un Donald Trump Premio Nobel per la Pace. Tra i primi atti di Trump, troviamo proprio l’opposto di dove iniziò Obama. Ovvero, ristabilire le sanzioni e l’embargo contro Cuba. Anche per dare un forte segno di rottura rispetto al suo predecessore. Anche se le cose non sono andate oltre, malgrado l’uscita di scena dei Castro che avrebbe favorito una sopraffazione americana sui cubani.

Altro No deriverebbe dai rapporti inaspriti con l’Iran. Ed anche qui, in contrapposizione con l’operato di Obama. Trump ha voluto la rottura degli accordi sul Nucleare con gli iraniani. Ma, soprattutto, l’uccisione ad inizio 2020 di Souleimani. Numero due dell’Iran. Sebbene stiamo parlando di un intervento militare chirurgico e mirato, senza morti di civili.

Il terzo No deriva dalla scelta di Donald Trump di spostare la sede dell’ambasciata americana da Tel Aviv a Gerusalemme. Come detto, atto che spinge verso il riconoscimento di quest’ultima come capitale di Israele. Quando in realtà è una terra contesa con la Palestina. Un atto di forza che non aiuta di certo la pace tra questi due popoli.

L’uscita di Trump dall’accordo per l’ambiente Cop21 segna un altro punto a suo sfavore. L’ambiente è un tema molto sentito in questi anni e The Donald viene visto come un grande ostacolo.

Infine, Trump ha intrapreso una guerra commerciale con l’Unione europea e la Cina. Ed anche con i vicini Canada e Messico. Certo, sta facendo i suoi interessi nazionali, visto che in molti casi gli Usa ci rimettevano. E questo forse è un No forzato.

Dunque, in conclusione, Donald Trump non sarà sicuramente tra i candidati al Nobel per la Pace. Sia perché pareggia, al momento della scrittura, il suo operato in politica estera. Sia perché i Nobel sono roba politically correct. E lui certamente non lo è. L’unica spinta potrebbe arrivare dal fatto che una percentuale molto alta di chi l’ha vinto fino ad ora è un ebreo. Come ho riportato qui. E lui con Israele ha ottimi rapporti.

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