UNA SPERANZA TUTTA ITALIANA CONTRO LA SETE NEL MONDO

SI CHIAMA ELIODOMESTICO, INVENTATO DA GABRIELE DIAMANTI

Con il progressivo scioglimento dei ghiacciai da un lato e gli sprechi dall’altro, la mancanza di acqua potabile diventerà un problema che non riguarderà più solo l’Africa, ma un po’ tutti i continenti del Globo. Ma un’invenzione ci da’ speranza per il futuro e con fierezza, possiamo anche dire che essa proviene da un italiano: Gabriele Diamanti, 31 anni. Il suo marchingegno si chiama Eliodomestico, un semplice distillatore che sfrutta il calore dei raggi solari per depurare e desalinizzare l’acqua marina, salmastra o inquinata.


COME FUNZIONA – Già durante la tesi aveva progettato un apparecchio simile, poi Diamanti, dopo un impiego nello studio del designer giapponese Makio Hasuike, ha aperto uno studio tutto suo «con altri soci» e affina il suo progetto.
«L’Eliodomestico funziona come una grande caffettiera al contrario, con la caldaia in alto e l’uscita del vapore in basso», racconta. «La struttura è costituita da un contenitore di metallo nero, dove mettere l’acqua». E se il colore scuro del contenitore permette al liquido di raggiungere una temperatura di 90 gradi l’acqua si purifica. Ma cosa più importante evapora e, grazie a una leggerissima sovrapressione, scende verso il basso lungo un tubicino. Proprio come una caffettiera a testa in giù». Una volta che il vapore scende viene intrappolato nel coperchio conico di una ciotola posta sul fondo del vaso. Anche in questa fase il materiale chiave è il metallo, che permette al vapore di condensarsi ritornando sotto forma liquida, senza la salinità iniziale e dunque potabile e adatto agli usi domestici.

L’ASPETTO SOSTENIBILE ED ETICO DELL’ELIODOMESTICO – Altro aspetto interessante è l’approccio dell’invenzione. Sostenibile in tutti i suoi aspetti. Sia per la realizzazione che per la diffusione. «Molti ritrovati vengono calati dall’alto sulle comunità, senza tener conto della loro formazione culturale e del loro gusto. E per questo motivo non funzionano». Ecco spiegato perché il design dell’Eliodomestico richiama le linee dell’artigianato locale africano o indiano e può essere fabbricato in loco essendo progettato con materiali semplici.
Il distillatore è stato realizzato al cento per cento con materiali artigianali, tra cui metallo e terracotta. Ed è molto semplice da usare: al mattino si riempie il contenitore ermetico superiore con acqua marina, salmastra o sporca. Alla sera si raccoglie dalla bacinella inferiore la produzione di acqua pulita, evaporata e ricondensata durante il giorno. Infine all’acqua distillata si può aggiungere una piccola quantità di sale per migliorarne le caratteristiche e i benefici per la salute. Inoltre permette un risparmio notevole. Se infatti con i sistemi tradizionali si riescono a depurare 3 litri al giorno per un investimento iniziale di 100 dollari, l’Eliodomestico consente di eseguire la stessa operazione per 5 litri al giorno a un costo di 50 dollari.
Chiunque lo voglia riprodurre ha l’obbligo di citare il nome del designer, non può in nessun caso sfruttare il progetto per fini commerciali, ed è tenuto a condividere il progetto come è stato condiviso all’origine.

Speriamo davvero che questa invenzione tanto semplice quanto efficace possa essere diffusa il più possibile tra i Paese bisognosi, che patiscono il problema della mancanza d’acqua potabile. Ed è bello sapere che tale invenzione arriva dal nostro vituperato Paese, un tempo stimato ed elogiato da tutti gli altri per la sua verve creativa.

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Pubblicato da Vito Andolini

Appassionato di geopolitica e politica nazionale.

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