WILLIAM WYLER, IL ROMANZO CHE DIVENTA CINEMA

LA SUA LUNGA FILMOGRAFIA SI DISTINGUE SOPRATTUTTO PER LA BEN RIUSCITA TRASPOSIZIONE DI ROMANZI IN COMMEDIE, MA ANCHE PER I DOCUMENTARI SULLA II GUERRA MONDIALE E IL COLOSSAL BEN-HUR
Ha diretto ben 40 lungometraggi, che spaziano dai film d’azione, a quelli di denuncia, passando per i documentari sulla II Guerra Mondiale, fino alle commedie tratte da romanzi. Il suo film più conosciuto è il kolossal Ben Hur (1959), vincitore di undici statuette tra cui quella come Miglior Regista. Parlo di William Wyler, all’anagrafe Wilhelm Weiller, nato a Mulhouse il primo luglio 1902, avvicinatosi al cinema grazie allo zio Carl Laemmle, il fondatore della grande casa di produzione Universal.

LE ORIGINI E L’ESORDIO – Nato in una famiglia ebrea, William Wyler studia economia e commercio a Losanna e violino al conservatorio di Parigi. A soli 18 anni si trasferisce negli Stati Uniti quando viene chiamato dallo zio prima menzionato, per lavorare nei suoi Universal Studios. Fa una lunga gavetta, prima di essere assunto come assistente regista. All’età di ventisette anni dirige il suo primo film, Crook Buster uscito nel 1929.
I PRIMI SUCCESSI – Dopo una lunga serie di film minori, ottiene il primo successo con il western Gli eroi del deserto (Hell’s Heroes, 1930). Dopo qualche film di buon livello ottiene il vero successo dirigendo un’epurata trasposizione cinematografica di una piece teatrale sull’omosessualità femminile, The Children’s Hour di Lillian Hellman, dal titolo La calunnia (These Three, 1936). In questo periodo comincia la sua collaborazione col produttore Samuel Goldwyn.
Dopo aver diretto Humphrey Bogart in un crudo film di denuncia sociale, Strada sbarrata (Dead End, 1937), esprime al massimo la sua caustica vena lirica nel letterario La voce nella tempesta (Wuthering Heights, 1939), con Merle Oberon e un superbo Laurence Olivier. Proficua la sua collaborazione con l’impetuosa Bette Davis, che dirigerà in tre drammi entrati nella storia del cinema: Figlia del vento (Jezebel, 1938), Ombre malesi (The Letter, 1940) e Piccole volpi (The Little Foxes, 1941).
Nel 1942 dirige un film propagandistico, La signora Miniver (Mrs. Miniver), che si aggiudica ben sei Oscar.
I DOCUMENTARI SULLA GUERRA – Fra il 1943 e il 1945, Wyler, entrati in guerra gli Stati Uniti ed essendo diventato Maggiore dell’Aviazione militare americana (lUnited States Army Air Forces), per tre anni diviene regista di guerra impegnato sul fronte, con documentari che filmano la realtà della Seconda guerra mondiale, fra cui La Bella di Memphis: Storia di una fortezza volante e Colpo di fulmine. Quest’ultimo relativo ai combattimenti degli squadroni di aerei bombardieri statunitensi: i P-47, impegnatissimi in tutto il Mediterraneo.
Durante l’avanzata americana, il regista seguì le truppe a Salerno e filmò la vita dei soldati sul fronte e molti bombardamenti, fra cui il bombardamento aereo di Battipaglia nel giugno-settembre 1943, che rase al suolo completamente la città con centinaia di vittime. Wyler, pur scosso dalla mattanza, fece montare le telecamere direttamente sui bombardieri per documentare l’atroce effetto delle bombe che polverizzarono la città, seminando una falcidia umana.
IL RITORNO ALLA COMMEDIA E IL SUCCESSO DI BEN-HUR – Nel 1946, finiti tre anni di documentazione bellica, il regista tornò sull’argomento con un film di grandissimo successo: I migliori anni della nostra vita (The best years of Our Lives), che racconta la storia di tre reduci di guerra, e che gli fece vincere il Premio Oscar come miglior regista dell’anno, e complessivi sette Academy Award. Il film segna però la fine della sua collaborazione con Samuel Goldwyn.
Seguono altri successi come L’ereditiera (The Heiress, 1949), Pietà per i giusti (Detective Story, 1951), con Kirk Douglas, Gli occhi che non sorrisero (Carrie, 1952) con Laurence Olivier, e la commedia Vacanze romane (Roman Holiday, 1953), con l’indimenticabile Audrey Hepburn (che vinse l’Oscar) e Gregory Peck. Con Audrey Hepburn il regista girerà successivamente Quelle due (The Children’s Hour, 1962), remake de La calunnia con Shirley MacLaine, e Come rubare un milione di dollari e vivere felici (How to Steal a Million, 1966) mentre richiamerà Gregory Peck in Il grande paese (The Big Country, 1958), insieme a Charlton Heston, che avrebbe diretto più tardi nel kolossal Ben Hur (1959), vincitore di undici statuette (tra cui quella come Miglior Regista).
GLI ULTIMI FILM – Wyler concluse la carriera con Come rubare un milione di dollari e vivere felici (1966), il musical Funny Girl (1968) e il drammatico Il silenzio si paga con la vita del 1970.
Si ritirò a vita privata, spegnendosi il 27 Luglio 1981 a Los Angeles all’età di 79 anni, lasciando ai posteri autentiche lezioni di cinema e gradevoli pellicole evergreen. 
(Fonte: Mymovies
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Pubblicato da Vito Andolini

Appassionato di geopolitica e politica nazionale.

0 Risposte a “WILLIAM WYLER, IL ROMANZO CHE DIVENTA CINEMA”

  1. a me piace abbastanza. il mio film preferito xo' non e' un melodramma : ore disperate!!! un gioiellino del cinema noirEspedito

  2. Sicuramente uno dei registi più interessanti della gloriosa Hollywwod. "I migliori anni della nostra vita" è un film notevolissimo e per l'epoca sicuramente innovativo. Così come "Pietà per i giusti" girato tutto all'interno di una stazione di polizia, con un magnifico Kirk Douglas.

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