Da Brescia a Brescia: la parabola di Mario Balotelli

Balotelli, “Genio e sregolatezza”. Una volta si definiva così un artista – generalmente uno scultore o un pittore – straordinario nella sua arte ma dalla vita sregolata. Dedita ai vizi, ai litigi, ad una esistenza borderline. Si è diffusa con la traduzione italiana del titolo di una nota commedia francese: Kean ou Désordre et génie (scritta da É. Théaulon, ma rifatta da A. Dumas padre nel 1836). Ispirata alla figura e alla vita dell’attore ingl. Edmund Kean (1787-1833), resosi famoso per le sue stravaganze e i suoi disordini morali.

Oggi questa definizione la si accosta soprattutto a calciatori, musicisti, attori e registi. Gli artisti dell’epoca, il che è tutto dire. E va sicuramente a pennello per Mario Balotelli, calciatore dal grande talento ma dall’atteggiamento svogliato e ribelle. Che ha girato varie squadre in 10 anni di carriera, senza mai trovare una base definitiva.

La sua storia ricorda un po’ quella di Antonio Cassano, nato e cresciuto calcisticamente nel Bari. Fantasista capace di cose straordinarie in campo ma anche di comportamenti reprensibili fuori. Tanto che fu coniato un epiteto per definirle: le cassanate. E ogni qualvolta che sembrava aver messo la testa apposto, ecco che accadeva qualcosa che smontava tutto. Peccato, avrebbe avuto una carriera incredibile.

Stessa piega ha preso la carriera di Balotelli. Ormai alla soglia dei trent’anni. Nato a Palermo, ma cresciuto a Brescia tra mille difficoltà durante l’infanzia. Difficoltà che forse lo hanno segnato dentro, creandogli delle ferite mai rimarginate. Dati i problemi economici dei suoi genitori naturali, di origine ghanese, trasferitisi da Palermo a Brescia in cerca di un futuro migliore, fu dato in adozione dai servizi sociali. Ora ritorna a Brescia, dove tutto è iniziato. Sarà la volta buona? Ripercorriamo la sua [sta_anchor id=”balo”]storia[/sta_anchor].

Mario Balotelli a Brescia cifre operazione

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Il Brescia ci ha già abituati al fatto che acquisti giocatore di spessore, ormai non più giovanissimi. Baggio e Guardiola sono i casi più emblematici. Massimo Cellino pensa in grande e ha deciso di puntare sull’attaccante. Mario Balotelli ha firmato con il Club biancoazzurro un contratto pluriennale.

Come riporta Calcio e finanza, il ritorno in Italia, a distanza di tre anni, è stato reso possibile dalla determinazione e dall’entusiasmo di Mario di voler tornare a Brescia, città dove è cresciuto e dove fin da bambino si è distinto per le sue doti fisiche e tecniche.

Nuova avventura italiana, dunque, per il calciatore classe ’90, che sarà chiamato a trascinare le Rondinelle verso la salvezza. Come riporta “La Gazzetta dello Sport”, il contratto pluriennale menzionato nel comunicato è il riferimento al fatto che le parti si sono accordate per un accordo triennale.

Anche Balotelli potrà usufruire del Decreto Crescita, che come per tutti i lavoratori di rientro in Italia si può applicare anche ai calciatori. Servono almeno due anni solari e tre sportivi per applicarlo, motivo per cui Balotelli ha firmato fino al 2022.

In questo modo Mario guadagnerà 3 milioni di euro netti (più bonus) che al club costeranno 4,56 milioni di euro per il primo anno, considerando l’impatto del Decreto Crescita per un solo semestre, a partire dal 2020. Per quanto riguarda invece gli altri due anni, lo stipendio da 3 milioni costerebbe circa 3,8 milioni di euro al Brescia.

In ogni caso una clausola esiste, ed è quella che fa decadere il contratto in caso di retrocessione: eventualità che Cellino vuole scongiurare grazie ai gol della sua nuova stella.

Mario Balotelli dichiarazioni col Brescia

balotelli brescia gol

Queste le dichiarazioni rilasciate da Mario Balotelli quando è stato presentato, riportate da Sport Mediaset.

“E’ la mia ultima occasione? Non penso proprio, sono sereno e tranquillissimo. Magari lo pensate voi… – ha spiegato l’attaccante -. Non ho paura di fallire. Sto bene a Brescia, voglio far crescere questa squadra il più possibile ed essere utile ai miei compagni”.

“Ho sentito Mancini per il mio compleanno. Andare agli Europei è uno dei miei obiettivi di questa stagione”

ha aggiunto.

“Con Cellino ci eravamo già incontrati in Inghilterra tanto tempo fa – ha raccontato Mario, parlando della trattativa che l’ha riportato in Serie A -. Ci siamo visti poi insieme a Raiola, abbiamo parlato e non è stato difficile scegliere il Brescia”.

“Ho scelto Brescia perché dal momento che è nata questa possibilità non ho pensato ad altro – ha aggiunto -. E’ la mia città. Posso dare tutto qui”. “All’estero ho passato più anni che in Italia – ha continuato Balo -. Sono cresciuto più fuori che dentro al mio Paese a livello calcistico – ha continuato Balo -. Ma quando ho detto a mia madre che sarei potuto venire a Brescia si è messa subito a piangere ed è stata contentissima. Mio padre sognava di vedermi giocare qui a casa sua”.

Poi qualche precisazione sulla Nazionale.

“Con Mancini il ritorno in azzurro dipende da me. Prima, non era cosi’. Perche’ l’attuale ct è giusto… – ha spiegato SuperMario -. Sono venuto a Brescia perché è la mia città, ma anche perché voglio ritrovare la nazionale e andare all’Europeo: se succede bene, se non succede…”.

Capitolo razzismo.

“Spero con tutto il cuore di trovare una Serie A diversa – ha dichiarato Balo -. Non voglio rivedere episodi di razzismo come negli anni scorsi”. Infine una battuta sulle prossime sfide con la maglia del Brescia: “Il derby con l’Atalanta è sicuramente la gara più sentita, ma per me tutte le partite lo saranno allo stesso modo. Giocherò sempre al massimo”.

“E’ un’emozione unica aver portato Mario Balotelli a Brescia”.

Cosi’ Massimo Cellino, presidente del Brescia ha raccontato l’acquisto di Mario Balotelli.

“Mario ci ha messo nelle condizioni di permetterci di averlo con la nostra squadra. Io non faccio operazioni finanziarie che mettono in difficoltà la società – ha aggiunto -, Se l’ho fatto dobbiamo ringraziare lui e il suo agente”, “Vorrei evitare che Mario si senta eccessivamente responsabile – ha continuato il patron del Brescia -, Deve sentirsi libero di aiutare la squadra. In campo si va in 11 perché vince la squadra e mai il singolo”. “Mario è qui per esprimere le sue doti, la squadra dovrà dargli una mano – ha concluso Cellino -. Ma dobbiamo essere più noi a dare una mano a lui, che lui a noi”.

Mario Balotelli carriera

balotelli inter

Come riporta Wikipedia, Balotelli è stato vincitore, a livello giovanile, di un Campionato Primavera e un Torneo di Viareggio nelle file dell’Inter, nell’arco di tre stagioni in prima squadra ha conquistato tre scudetti, una Coppa Italia, una Supercoppa italiana e una Champions League. Trasferitosi al Manchester City, ha ampliato il proprio palmarès con una Premier League, una FA Cup e una FA Community Shield.

Con la nazionale italiana è stato vice-campione d’Europa nel 2012, laureandosi capocannoniere del torneo con tre reti (al pari di altri cinque giocatori); le suddette marcature lo rendono complessivamente il miglior marcatore italiano nella storia degli Europei (a pari merito con Antonio Cassano). Detiene lo stesso primato nella Confederations Cup (a pari merito con Daniele De Rossi e Giuseppe Rossi), grazie ai due gol realizzati nell’edizione 2013, conclusa al terzo posto.

Le squadre in cui ha militato, con presenze e gol tra parentesi:

  • 2005-2006 Lumezzane Lumezzane 2 (0)
  • 2007-2010 Inter 59 (20)
  • 2010-2013 Manchester City 54 (20)
  • 2013-2014 Milan 43 (26)
  • 2014-2015 Liverpool 16 (1)
  • 2015-2016 Milan 20 (1)
  • 2016-2019 Nizza 61 (33)
  • 2019 Olympique Marsiglia 13 (8)
  • 2019 Brescia 0 (0)

Nazionale:

  • 2008-2010 Italia U-21 15 (5)
  • 2010- Italia 36 (14)

Mario Balotelli origini

balotelli carriera

Mario Balotelli nasce il 12 agosto 1990 a Palermo, nel quartiere di Borgo Nuovo, da Thomas, domestico e operaio edile, e Rose Barwuah, immigrati ghanesi. Poco dopo la sua nascita, i genitori si trasferiscono a Bagnolo Mella, in Provincia di Brescia, in cerca di lavoro. Nei primi tre anni di vita Balotelli ha dei gravi problemi intestinali,per i quali è sottoposto a una serie di interventi chirurgici, e le sue condizioni migliorano verso la fine del 1992.

I problemi di salute di Mario e le difficoltà economiche spingono i Barwuah a chiedere l’aiuto dei servizi sociali, che raccomandano l’affido familiare. Balotelli accuserà poi i genitori naturali di essersi disinteressati di lui, acconsentendo che un’altra famiglia lo crescesse salvo poi reclamarne il ritorno a casa solo in seguito alla sua notorietà.

Nel 1993 è affidato dal tribunale per i minorenni alla famiglia Balotelli, in provincia di Brescia. Inizialmente sta con i Balotelli durante la settimana e torna dai Barwuah nei fine settimana, ma in seguito viene stabilito il trasferimento definitivo a casa dei Balotelli, dove cresce insieme ai tre figli della coppia (due maschi e una femmina).

I due fratelli maggiori, Giovanni e Corrado, aiutano i genitori a prendersi cura di lui, e lo seguono nella sua attività di calciatore diventando i suoi procuratori. La sorella, Cristina Balotelli, è giornalista per Il Sole 24 ORE e inviata di guerra di Radio24.

In base alla legge n. 91 del 5 febbraio 1992, Balotelli ha dovuto attendere il compimento del 18º anno di età per poter ottenere la cittadinanza italiana, poiché il suo affido non era stato convertito in adozione. Il 13 agosto 2008, in una cerimonia ufficiale, il sindaco di Concesio gli ha consegnato la carta d’identità italiana. In quell’occasione Balotelli dichiarò:

«Sono italiano, mi sento italiano, giocherò sempre con la Nazionale italiana.»

A 8 anni s’iscrive agli scout, praticando anche karate, atletica, nuoto, judo e pallacanestro. Solo successivamente sceglie la strada calcistica.

Nel luglio 2010 si è diplomato in ragioneria con il voto di 60/100. Mario ha anche tre fratelli naturali: Enock, calciatore dilettante, Abigail e Angel Barwuah.

Sarà la volta buona per Super Mario? Difficile da dirsi, ce lo siamo chiesti troppe volte e la risposta è stata sempre negativa. Forse aveva ragione Mourinho, che nel 2009 disse di lui: “Tra cinque anni saremo ancora qui a domandarci quando maturerà Mario”. Ne sono passati altri 5 e siamo ancora qui a chiedercelo, malgrado abbia quasi trent’anni e due figli.

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