Coronavirus, senza auto lo smog aumenta: ci siamo sbagliati?

DATA ULTIMO AGGIORNAMENTO: 3 Novembre 2020

Il Coronavirus sta costringendo tutti noi a rinunciare alle nostre auto. A parte chi è costretto a muoversi per esigenze ben precise. Col traffico viario quasi azzerato, si sperava che lo smog nelle città diminuisse.

Sappiamo bene quanto in molti centri urbani, ormai da anni, i sindaci abbiano avviato una autentica guerra alle auto.

Dalle targhe alterne alle Ztl, al divieto di circolazione per le auto non rientranti in una classificazione “Euro” avanzata (solitamente quelle che rientrano da 1 a 3).

Quale occasione migliore per valutare l’impatto delle auto sullo smog di questa emergenza? Che induce la circolazione di poche vetture? Orbene, i dati sono sorprendenti e ci fanno riflettere se la guerra alle auto di questi anni non sia stata [sta_anchor id=”auto”]inutile[/sta_anchor].

Senza auto smog non migliora

coronavirus strade deserte milano

Come riporta Il Messaggero, dappertutto si presenta più o meno lo stesso quadro, da Torino a Napoli, passando per Milano e Roma.

Tutte le sostanze inquinanti tenute sotto controllo dall’Arpa non sono affatto diminuite negli ultimi dieci giorni nonostante il blocco progressivo del traffico.

Prendiamo ad esempio Roma che, oltre ad essere la nostra città, è anche la Capitale e di gran lunga la più grande. Sia il particolato (PM10 e PM2,5), sia il biossido di azoto che l’ozono negli ultimi giorni hanno valori decisamente superiori a quelli della settimana precedente.

Il PM10, il più noto, era a 31 il giorno 12 è a 41 il giorno 20, con un picco di ben 49 il 18. Stessa sorte per il PM2,5: 24 il 12, 35 il 20. L’NO2 89 il 12, 106 il 20; l’O3 106 il 12, 118 il 20.

Quindi viene da pensare: l’inquinamento non è colpa del traffico. O quanto meno, se si fermano i veicoli la situazione non migliora. Ma perché?

Perché senza auto smog non migliora

foto strade deserte coronavirus smog

La colpa di questa mancata inversione di tendenza potrebbe risiedere nei riscaldamenti delle abitazioni, ancora funzionanti. Anche se pure questa spiegazione è relativa, in quanto, a parte quei condomini che li programmano a priori per tutto l’inverno a prescindere dal clima fuori, molte abitazioni private li hanno tenuti spenti complice un clima favorevole.

Altra spiegazione risiederebbe nel particolato, che rimane in terra se non piove e non vengono lavate le strade. La cui condensazione in aria è favorita dall’umidità.

Se è vero che abbiamo assistito ad immagini dal satellite che mostravano una situazione migliore, è anche vero che appartengono alla Pianura Padana, che ha beneficiato dello stop forzato delle grandi fabbriche del Nord.

Dove ci sono le centraline (e quindi le persone che respirano), invece, lo scenario è spaventosamente in negativo.

Dunque, quando la situazione dettata dal Coronavirus sarà cambiata, forse occorrerà agire in modo diverso. Non criminalizzando le auto. Certo, incentivare l’uso di mezzi ecosostenibili resta sempre cosa buona e giusta. Così come lasciare quanto meno i centri storici “car free”.

Ma dato che ci vorranno ancora degli anni per una loro diffusione e considerando la scarsità del trasporto pubblico in molte realtà, costringere le persone a tenere l’auto in garage o a parcheggiare lontano dal centro, potrebbe essere inutile. E arrecante un ulteriore stress di cui potremmo fare a meno.

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